Arrestato a Torre Annunziata un giovane pregiudicato che maltrattava da tempo i genitori anziani, chiedeva danaro per acquistare droga. I maltrattamenti sia fisici che psichici, andavano avanti da qualche anno a danno dei poveri anziani. Si apprende la notizia da un comunicato della Procura della Repubblica giunto presso la nostra redazione dalla Questura di Napoli.
Il comunicato che è giunto oggi in redazione riporta questo testo:
“In data odierna, il personale del Commissariato di PS i Torre Annunziata, in esecuzione di ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal G.I.P. di Torre Annunziata su richiesta di questa Procura della Repubblica, ha proceduto all’arresto di un giovane pregiudicato di Torre Annunziata, gravemente indiziato dei reati di maltrattamenti e di estorsione aggravata continuata nonché di lesioni personali aggravate commessi nei confronti dei propri anziani genitori.
Il provvedimento cautelare si fonda sugli esiti di una accurata indagine espletata dal Commissariato di PS di Torre Annunziata e coordinata da questa Procura della Repubblica, in relazione a molteplici episodi vessatori denunciati dai due anziani genitori e posti in essere dall’agosto 2021 fino al maggio di quest’anno, dal figlio, affetto da disturbi comportamentali collegati alla sua dipendenza da sostanze stupefacenti.
Le indagini hanno permesso di accertare la situazione di grave prostrazione in cui i due anziani genitori erano costretti a vivere da tempo a causa delle continue vessazioni psico-fisiche e richieste di danaro, finalizzate all’acquisto di droga, da parte del figlio, il quale, quando non assecondato, reagiva con violenza nei confronti dei propri genitori, più volte costretti a ricorrere alle cure sanitarie a causa delle violenze subite ad opera del figlio a seguito del rifiuto degli stessi di corrispondergli le somme di denaro necessarie ad alimentare la sua tossicodipendenza.
All’esito delle formalità di rito, l’odierno arrestato é stato associato alla Casa Circondariale di G. Salvia di Napoli Poggioreale.”
Il reato di maltrattamenti in famiglia è spesso commesso dai genitori nei confronti dei propri figli, ma vi sono molti casi in cui le parti lese sono i genitori e gli agenti, invece, i figli.
Sul sito DiNella si legge che talvolta non si viene a conoscenza di tali drammi familiari, perché i genitori non hanno il coraggio di denunciare i propri figli, cercando di proteggerli ed evitando loro di avere a che fare con la giustizia: preferiscono tenere segreto ciò che avviene all’interno delle mura domestiche, provando vergogna e anche sensi di colpa, pensando di non averli saputi educare in modo adeguato.
Secondo la Cassazione il figlio che pone in essere comportamenti violenti, sia fisici che verbali, con la volontà di vessare i propri familiari, facendoli vivere in uno stato di terrore, commette il reato di maltrattamenti in famiglia, se convivente con gli stessi. Il reato é punibile con 3 anni di reclusione.
Non si deve credere che solo i figli adulti siano violenti nei confronti dei genitori: purtroppo anche alcuni minorenni rappresentano un pericolo per l’integrità fisica e mentale dei propri genitori. Il “parental abuse” o violenza filio-parentale è un fenomeno emergente che riguarda gli adolescenti che abusano fisicamente, emotivamente e verbalmente dei genitori.
In particolare, la violenza consiste nell’umiliazione costante, nelle minacce, nelle aggressioni, nell’imposizione del proprio potere e controllo nella relazione con i genitori o, più frequentemente, nei confronti di quello più debole (che spesso è la madre). In genere tale violenza viene posta in essere da ragazzi tra i dodici e i quattordici anni, con un picco di tra i quindici e i diciassette e una diminuzione dopo il compimento della maggiore età.
La violenza parentale non riguarda solo ragazzi con psicopatologie conclamate o problematiche serie (come la tossicodipendenza), ma anche gli adolescenti “regolari”, cresciuti in famiglie “normali”. Come è ben noto solo dai 14 anni in su si può essere imputabili. Quindi se un 14enne fosse violento nei confronti dei genitori, essi potrebbero denunciarlo per maltrattamenti.
La convivenza forzata durante il lockdown, in alcuni casi, ha aumentato il numero dei comportamenti conflittuali all’interno delle mura domestiche, tanto da parlare di una doppia epidemia: quella epidemiologica e quella di violenza.
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