Dal 31 dicembre 2022 stop alla ricetta elettronica, scatta la protesta di medici e farmacisti che chiedono una proroga. Con l’avvento del covid, le ricette mediche inviate via sms e per e-mail erano diventate una consuetudine, semplificano in maniera rilevante l’erogazione dei farmaci, L’utilizzo di questo sistema semplificativo con scadenza 31 dicembre 2022 era stato previsto con un’ordinanza firmata dalla Protezione Civile.
Pina Onotri Segretario generale del Smi, rende pubblica una lettera inviata al Ministro della Salute, come riportato dal quotidiano “Il Messaggero”. Nella lettera dichiara: “Chiediamo al ministro della Salute, Orazio Schillaci la proroga oltre la scadenza del 31 dicembre 2022, dell’utilizzo della ricetta dematerializzata almeno per un anno. Chiediamo inoltre un provvedimento che renda il suo utilizzo strutturale, così da liberare i medici da impropri carichi burocratici. I medici di famiglia, di continuità assistenziale e dell’emergenza territoriale, sono carenti in tutta Italia e al tempo stesso sono sempre più oberati da impropri carichi burocratici, con una sempre minore disponibilità di tempo per l’attività clinica.”
“Il ritorno alla ricetta cartacea così come era prima dell’emergenza Covid, rappresenterebbe un salto indietro, causando lunghe attese negli studi medici. La soluzione temporanea che auspichiamo è quella di una proroga di almeno un anno del provvedimento. Ma in realtà la ricetta dematerializzata, dovrebbe diventare uno strumento strutturale e auspichiamo, in questo senso, un impegno del Governo e del Parlamento. Liberare i medici convenzionati del Servizio Sanitario Nazionale da impropri carichi burocratici è la scelta più giusta per valorizzare la professione, contrastare l’esodo dalla categoria, permettere di utilizzare più tempo alla cura e all’assistenza dei pazienti”.
“Il sistema della ricetta dematerializzata scade a fine anno. Sarebbe una occasione sprecata non decidere di prorogare l’utilizzo di questo strumento che è stato preziosissimo durante la pandemia. I cittadini lo apprezzano perché semplifica le procedure, riduce la burocrazia e consente ai medici di dedicare più tempo all’ascolto dei pazienti, soprattutto i più fragili. La sanità digitale, in generale, – prosegue Mandorino – e nel suo piccolo anche la ricetta dematerializzata è di enorme beneficio soprattutto in certi contesti. Ci sono aree interne, in cui la distanza dallo studio del medico, o le condizioni disagiate che talvolta sussistono per raggiungerlo, costringono ad esempio le persone anziane a chiedere aiuto ad un familiare”
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