Sparatoria a Parigi, i curdi vero bersaglio del killer
L’autore della sparatoria a Parigi: “uccisi perché curdi”
L’autore della sparatoria, avvenuta lo scorso venerdì a Parigi, ha ammesso che il suo bersaglio erano proprio i curdi. Dunque, sarebbe il razzismo il movente del gesto che ha spinto un uomo di 69 anni ad aprire il fuoco nei pressi del centro culturale curdo Ahmet Kaya Center, sito nel X Arrondissement, in rue d’Enghien. L’assassino, già noto alle forze dell’ordine per due tentati omicidi, ha sparato uccidendo tre persone per poi andare dal parrucchiere accanto, prima di essere arrestato.
L’omicida rimesso in libertà solo due settimane prima
In precedenza il killer era stato responsabile di due aggressioni, sempre a sfondo razzista. Secondo quanto dichiarato dal procuratore della Repubblica di Parigi, Laure Beccuau, a dicembre l’uomo aveva squarciato con una sciabola le tende di un gruppo di sudanesi, costringendo due di loro al ricovero a causa delle ferite riportate.
Disordini all’arrivo del Ministro Darmanin
Nel luogo della sparatoria si è recato il Ministro dell’Interno, Gerald Darmanin. Contemporaneamente al suo arrivo, i manifestanti hanno iniziato a lanciare sassi contro gli agenti i quali hanno risposto con i lacrimogeni. Negli scontri sono rimasti feriti almeno 11 poliziotti. Situazione analoga a Marsiglia dove si sono verificati disordini tra le forze dell’ordine e alcuni contestatori curdi, dopo che circa 150 persone avevano promosso una marcia non autorizzata fra la prefettura e La Canebière. I dimostranti sono stati fermati dalla polizia che ne ha arrestati quattro.
Macron su Twitter
Solidarietà alle famiglie delle vittime da parte del Presidente francese Emmanuel Macron che affida a Twitter il suo messaggio di cordoglio e vicinanza: “I curdi di Francia – ha scritto – sono stati oggetto di un odioso attacco al cuore di Parigi. Un pensiero alle vittime, alle persone che combattono per vivere, alle loro famiglie e ai loro cari. Riconoscenza alle nostre forze dell’ordine per il loro coraggio e il loro sangue freddo“.
Fonte: “Agi“