Roma: lavoratori e disoccupati scendono in piazza contro la guerra è il carovita
Contro la guerra è il carovita lavoratori e disoccupati scendono in piazza a Roma
Ieri a Roma si sono mobilitate in piazza 10.000 persone partite da Piazza della Repubblica per protestare contro la guerra ed il carovita. I manifestanti appartenevano a tutte le categorie di impiego: scuola, Pa, sanità, trasporti, servizi ed altre. La protesta verte su più fronti, secondo il parere di Adnkronos Guido Lutario dell’esecutivo di Usb, non si possono lasciare intatti i salari, tagliare il reddito di cittadinanza, ridurre la Naspi e reintrodurre i voucher, questa manovra sembra colpire le fasce più deboli della popolazione che ormai è stanca di combattere per cercare di avere una vita dignitosa.
L’esasperazione del popolo contro il governo Meloni
Secondo i sindacalisti nulla di buono lascia presagire questa politica del nuovo governo Meloni, il popolo è esasperato, la spesa militare aumenta in conseguenza al continuo invio di armi in Ucraina ed i salari sono da fame. Mentre si consuma la guerra Russia-Ucraina, lavoratori e disoccupati sono in guerra contro i nuovi maanche vecchi sistemi adottati dal Governo che in questo modo non fanno altro che scaricare i costi sociali sui lavoratori e sulla classe proletaria.
Cortei anche ad Anzio e Nettuno per dire no alle mafie
Altri manifestanti si sono riuniti ieri ad Anzio e Nettuno per la legalità e dire no alle mafie. Sono partiti dal commissariato di polizia per poi dirigersi lungo le strade. Tra i promotori del corteo il coordinamento anti mafia di Anzio e Nettuno e l’associazione Reti di giustizia sociale contro le mafie. Gli organizzatori del corteo affermano “Diciamo no alle mafie, no all’omertà e cogliamo l’occasione per ringraziare la Dda di Roma e l’Arma dei Carabinieri per l’importante inchiesta contro la ‘ndrangheta Tritone che ha rappresentato una svolta nel litorale. La legalità non è solo una questione di sicurezza e di ordine pubblico. Non esiste legalità senza giustizia sociale, senza lavoro, senza una informazione indipendente e un libero accesso alla cultura. Questi sono gli anticorpi per contrastare il virus delle mafie”