Altra tragedia estiva, a Rimini una bimba di 12 anni é in coma, resta impigliata con i capelli nel bocchettone della piscina. E’ successo ieri verso le 12 la bimba era in vacanza con i genitori a Misano Adriatico e stava facendo un bagno in piscina. Secondo le prime indagini svolte dai carabinieri, la bimba é rimasta per alcuni minuti con i capelli impigliati nel bocchettone aspirante della piscina. Tutto ciò in presenza dei genitori i quali hanno cercato con ogni mezzo di estrarre i capelli lunghi dalla forza aspirante della valvola.
Solo dopo che il personale della struttura ha spento l’impianto, la bambina é riuscita a salvarsi. Sul posto subito in soccorso il 118, il personale sanitario pratica alla bimba le prime manovre di rianimazione, viene poi portata subito in ospedale dove é ricoverata in prognosi riservata ma pare non sia in pericolo di vita. (Il Mattino)
Il 13 giugno 2023 giorno nefasto, due bambini morti nello stesso giorno. Un piccolo di 2 anni Santiago Manzone cade nella piscina piena all’interno del giardino di casa sua a None (Torino), dopo essersi sporto per prendere delle paperelle. L’altra tragedia a Verona in un complesso residenziale dove un bambino di 3 anni di una coppia di tedeschi (con un altro di 4 mesi), è caduto rimanendo per diverso tempo sott’acqua. E queste sono solo alcune delle tragedie che hanno riempito l’estate 2023. Diversi anche i decessi in seguito a cadute in mare da barche.
Sul sito Nostro figlio si mette in risalto l’importanza della sorveglianza da parte dei genitori verso i piccoli quando sono in acqua. Per i bimbi piccoli, la mancata sorveglianza costituisce la causa principale di morte per annegamento. Nei più grandi dipende da comportamenti pericolosi o dal non sapere nuotare.
Il tempo che passa dal momento in cui un bambino inizia ad avere difficoltà in acqua a quello in cui sparisce sotto – tecnicamente si parla di tempo di sommersione – è di circa 20 secondi. Ecco perché purtroppo basta distrarsi o allontanarsi un attimo dal bambino che sta giocando con l’acqua – che sia quella della vasca da bagno, di una piscina o del mare – per scoprire, quando si torna a cercarlo con lo sguardo o si torna da lui, che è ormai sparito sott’acqua.
La ragione “tecnica” per la quale si annega sta ovviamente nel fatto che si finisce in acque troppo profonde, con il “troppo” che dipende dall’altezza del bambino. Questo può succedere per vari fattori.
Nel caso di bambini piccoli la causa principale di morte per annegamento è rappresentata dalla mancata sorveglianza dei genitori o degli adulti ai quali sono affidati.
Per quelli un po’ più grandi, dai 10-11 anni in su, l’annegamento dipende in genere o dal fatto di non sapere nuotare o da quello di aver ignorato alcune minime regole di prudenza rispetto all’ambiente acquatico.
“In entrambi i casi, significa che al bambino è mancata l’educazione alla sicurezza in acqua” sottolinea l’esperto.
Vediamo allora quali sono le situazioni potenzialmente di rischio per i bambini più o meno piccoli e le strategie per evitarle. Ricordando che l’acqua è sempre sia una grande attrazione per i bambini sia un potenziale pericolo, che si tratti di
“Certo, molto dipende dall’età e dall’altezza del bambino” spiega Pezzini. “Una vasca da bagno non è certo pericolosa per un adolescente, ma lo diventa per un bambino molto piccolo, che anche in acqua bassissima non riesce a rimettersi a sedere da solo se scivola dentro”.
Nel caso del mare, il rischio principale è rappresentato dalla presenza di buche in cui l’acqua diventa improvvisamente profonda, per cui il bambino non tocca più.
“Molte persone pensano che il fondo del mare degradi in modo uniforme verso il largo, come un piano dolcemente inclinato, ma non funziona sempre così. Anzi, può succedere che anche in un ambito sostanzialmente uniforme ci sia all’improvviso un avvallamento, magari anche modesto ma tale da trasformare quella che per un bambino era acqua bassa in acqua profonda. Dove il rischio di annegare aumenta”. Altro pericolo è rappresentato dalle cosiddette correnti di ritorno, che possono essere anche molto forti se il mare è mosso e trascinano il nuotatore verso il largo.
E se in giardino c’è una piscina? “Questa va accuratamente protetta con apposite barriere, in modo che piccoli di pochi anni non possano accedervi liberamente in un momento di distrazione dei grandi”. Sempre sul sito tutte le regole per proteggere i figli dalle insidie del mare e della piscina.
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