Si terranno questa mattina a San Giorgio a Cremano, i funerali di Fulvio Filace, morto nell’auto ibrida esplosa sulla tangenziale. La funzione si svolgerà alle ore 11 presso la Chiesa Nuova del Carmine in via Togliatti. Lunedì 3 luglio, si terrà una fiaccolata per Fulvio per le strade della città, con partenza alle ore 20.00 da Villa Bruno. Fulvio aveva 25 anni, era un laureando in Ingegneria presso l’Università Federico II di Napoli ed era tirocinante presso il Cnr. In precedenza aveva studiato preso il liceo scientifico Carlo Urbani. E’ morto dopo giorni di agonia all’ospedale Cardarelli. Accanto a lui come passeggera c’era Maria Vittoria Prati di 66 anni, ricercatrice del CNR, anche lei ha perso la vita.
Filace era impegnato in un tirocinio curriculare su un’auto prototipo del progetto denominato Lifesave – Make your car a solar hybrid (Salva la vita. Rendi la tua auto un idrido solare) che ha l’obiettivo di convertire le auto tradizionali in modelli ibridi-solari.
“Venerdì pomeriggio – ricorda la famiglia nella nota postata sulla pagina social di Fulvio la sera del 26 giugno – sulla tangenziale di Napoli è esplosa un’auto in transito. Una notizia ripresa presto da tutti i media locali e nazionali per la gravità dell’incidente. In quella macchina c’erano due persone, una di queste era Fulvio, 25 anni, laureando alla Magistrale di Ingegneria meccanica, una vita piena di sogni, l’ambizione di lavorare in Ferrari”.
L’auto su cui il giovane viaggiava insieme alla ricercatrice del Cnr era un prototipo che aveva sul tetto dei pannelli solari: l’obiettivo della ricerca era trasformare le ‘vecchie’ auto in modelli ibridi utilizzando altre forme energetiche, come il sole.
“È giusto che la tecnologia progredisca e vada avanti – aveva appunto detto la famiglia del giovane ingegnere – non vogliamo però che un ragazzo pieno di sogni possa diventare un martire dell’innovazione. Fulvio è vittima di un test fallimentare che cambierà per sempre la sua vita e quella della nostra famiglia. E troppe domande oggi ci tormentano”. (Quotidiano Nazionale)
Fulvio dopo l’incidente era ricoverato in coma farmacologico, intubato, con ustioni di terzo grado in gran parte del corpo e con i bronchi occlusi, aveva spiegato la famiglia. Purtroppo non ce l’ha fatta.
Nel post pubblicato sui social due giorni fa, dal Sindaco di San Giorgio a Cremano Giorgio Zinno, si legge: “Speravamo tutti che almeno Fulvio potesse farcela, invece stamattina una crisi respiratoria lo ha strappato ai suoi affetti. Aveva 25 anni, sarebbe diventato ingegnere a breve ed era pieno di sogni e speranze; come tanti ragazzi guardava al futuro con fiducia e la sua vita era focalizzata sugli studi e sulla professione. L’intera comunità di San Giorgio a Cremano si stringe, in queste ore terribili, attorno alla famiglia, ai genitori Salvatore e Maria Rosaria e alle due sorelle Alessandra ed Eleonora. Ci hanno chiesto il massimo rispetto della loro privacy in questo momento drammatico ed estendo l’invito a tutta la cittadinanza. “
“La Procura – sottolinea Zinno – ha aperto un fascicolo d’inchiesta, al momento a carico di ignoti, per omicidio e incendio; tutti ci auguriamo che venga fatta luce sulla morte di Fulvio; una morte assurda che ha spezzato i sogni di un ragazzo pieno di speranza nel futuro, un ingegnere promettente dall’animo buono e sincero – come lo descrivono i suoi amici – che ora chiedono ‘giustizia per Fulvio’. San Giorgio a Cremano è una grande e unita comunità. Il dolore per la morte del nostro giovane concittadino, ha colpito tutti nel profondo. Chiediamo che i familiari abbiano le risposte che cercano su quanto accaduto al loro amato figlio e fratello, lo scorso 23 giugno. San Giorgio a Cremano – conclude il sindaco – chiede giustiza per Fulvio”.
Proseguono intanto gli accertamenti del Nucleo investigativo di Napoli e del Ris di Roma sulla vicenda. Gli inquirenti stanno vagliando le diverse questioni sul tavolo: tra queste le norme che regolano l’utilizzo per i progetti degli stagisti e l’impiego dei fondi (anche europei).
Saranno particolarmente importanti gli accertamenti che determineranno le ragioni che hanno fatto esplodere la vettura. Una prima ipotesi indica come possibile causa la deflagrazione di bombole utilizzate per testare le emissioni nell’ambiente del prototipo, una Volkswagen Polo sulla quale era stato montato un sistema di propulsione a energia solare.
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