A Palermo una 20enne decide di confessare, viene stuprata da un branco di 7 giovani il 7 luglio scorso, una serata d’inferno. La giovane donna decide di confessare ad un mese di distanza dal tragico episodio in cui l’ha vista vittima di più violenze sessuali. Nel gruppo di aggressori anche un minorenne. Dalla denuncia ai carabinieri emerge che lo stupro é avvenuto nei pressi del Foro Italico a Palermo. Le indagini sono condotte dal nucleo operativo della Compagnia Piazza Verdi e dai militari della Stazione di Brancaccio.
A testimoniare l’accaduto e ad identificare i presunti autori dello stupro, anche le telecamere poste nella zona in cui é avvenuta la violenza di gruppo. I giovani stavano trascorrendo una serata a bere e a scherzare alla Vucciria. Secondo la testimonianza della 20enne, nel momento dell’aggressione non era lucida, aveva bevuto. All’improvviso dalla Vucciria si é ritrovata in spiaggia, in un luogo isolato, dove lì sarebbe stata stuprata dal gruppo.
Ha aspettato per la denuncia ma é riuscita ad andare dai carabinieri, i quali hanno subito individuato i colpevoli. In realtà, tre degli indagati erano già stati arrestati il 3 agosto scorso, ma per motivi investigativi la notizia non era stata diffusa; stamattina è toccato agli altri 4, tra cui un minorenne.
Su Psicologia contemporanea si legge che alla base di tutte queste violenze vi è sempre lo scatenarsi di un comportamento filogeneticamente primitivo di dominio e predazione del maschio sulla femmina, dove sesso e aggressione sono connessi. Questa disposizione viene a noi dai primi vertebrati (i rettili) ed è radicata come possibilità, non certo come determinazione ad agire, nella parte più antica del cervello maschile. La connessione tra sesso e violenza è quindi una possibilità per ogni maschio umano, che viene favorita ed esaltata dal gruppo, in presenza di riferimenti culturali che legittimano le disposizioni maschili primitive di sopraffazione. Queste ultime sono una zavorra ormai priva per noi di alcun valore adattivo, poiché negli esseri umani il sesso si è congiunto con gli affetti e le relazioni personali; di conseguenza l’emergere della sessualità maschile primitiva procura solo grandissima sofferenza. È quindi nella complessa interazione tra la biologia e la cultura di appartenenza che va ricercata l’origine di questi comportamenti. Negli esempi da lei fatti i riferimenti culturali degli uomini coinvolti sono diversi, ma tutti hanno in comune la giustificazione della dominanza dell’uomo e della sottomissione della donna. La predazione sessuale si colloca quindi in un contesto culturale che favorisce e stimola i comportamenti maschili primitivi e preumani, non caratteristici della nostra specie.
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