Eventi & Spettacolo

Oscar Wilde, il processo ad un genio della letteratura

Torna a Napoli, in quattro splendide location, “Oscar Wilde, il processo”.

Per parlare di Oscar Wilde e de il processo, incontriamo Roberto Azzurro: attore, regista e autore teatrale. Il suo percorso artistico è variegato e poliedrico in linea con la personalità istrionica che ostenta sia sul palco che nella vita. Da giovanissimo debutta in teatro con Antonio Casagrande e recita al fianco di Mario Scarpetta, Piera degli Esposti, Pietro de Vico e Nello Mascia giusto per citarne alcuni. In seguito opera come aiuto regista di Antonio Calenda. Successivamente diviene egli stesso regista per poi approdare alla sua dimensione più congeniale quella di attore/autore indipendente. Dal 2003 si dedica anche all’insegnamento presso il Laboratorio Permanente del Teatro Elicantropo in collaborazione con Carlo Cerciello.

In questi giorni torna in scena con “Oscar Wilde, il processo” uno spettacolo che ha avuto un grosso riscontro di critica e di pubblico.

Chiediamo a Roberto: Com’è nata l’idea di questo progetto di cui, ricordiamolo, sei curatore, regista e infine interprete insieme all’attore Pietro Pignatelli?

Quando lessi per la prima volta gli atti del primo processo a Oscar Wilde ero in libreria, dove appunto era stato da poco messo in circolazione il libro a cura di Paolo Orlandelli e Paolo Iorio. Non ebbi un attimo di esitazione: dovevo metterli in scena. Nessuno scrittore riuscirebbe mai a scrivere un processo del genere: solo la vita è in grado di superare qualsiasi immaginazione, anche la più sfrenata. E più sfrenato di Oscar Wilde non riesco a immaginare nessuno.

Roberto Azzurro

Questo è uno spettacolo che ti ha dato numerose soddisfazioni. Primo attore in Italia a portare in scena gli atti di quel surreale processo tanto da suscitare l’interesse di platee non solo nazionali.

Sì, lo spettacolo ha debuttato a Napoli ormai parecchi anni fa e da allora ha visto diversi allestimenti portati in giro tra Roma, Avellino, Salerno e di nuovo a Napoli dove è cominciata quella che ho definito la seconda fase, contrassegnata dall’incontro con Pietro Pignatelli, il cattivissimo avvocato Edward Carson. Con lui abbiamo portato il Processo in luoghi non sempre consueti per rappresentazioni teatrali quali palazzi storici, cortili antichi e suggestivi e poi, finalmente, in una vera Aula Giudiziaria del Tribunale di Napoli, quella di Castel Capuano. Poi la Toscana e Venezia sino ad oltrepassare i confini nazionali col debutto a Parigi nel 2016.

Un momento dello spettacolo

Parigi è la città in cui Oscar Wilde, dopo due anni di prigionia, si ritirò stanco e malato e dove morì il 30 Novembre del 1900

A più di cento anni da questo processo trovi che la narrazione abbia ancora motivi di una riflessione sull’attualità?

Ne sono più che certo. In questo primo processo, Oscar Wilde verrà giudicato colpevole del reato di “sodomia” e di “gravi indecenze”, e condannato a due anni di lavori forzati. I verbali non vennero mai resi pubblici, perché ritenuti scabrosi e compromettenti. In tempi in cui accuse, tabù sociali e violenze non cedono ancora il passo ai valori “dell’accettazione, dell’inclusione e del rispetto reciproci”, l’ironia dissacrante e lo spirito caustico di Wilde rimarcano l’importanza della libertà e della salvaguardia dei diritti civili. Temi, questi, di una sconvolgente attualità.

I tuoi spettacoli sono caratterizzati da un’estrema essenzialità che lambisce la sperimentazione.

Lo si è visto anche in questi giorni al Teatro Cimarosa di Aversa dove hai portato uno spettacolo a cui tieni altrettanto, “All you need is love” di Carolina Sellitto nel quale, accompagnato al piano dal talentuoso Tom Tea, interpreti 4 personaggi che si trasformano cambiandosi d’abito in scena nulla nascondendo allo spettatore.

Essendo un artista completamente indipendente, slegato da qualunque legame con produzioni ufficiali o Teatri Stabili metto in scena la mia idea di teatro. Al bando qualsiasi tipo di effetto speciale, “aiuti” che qualcuno ancora indugia a usare in palcoscenico: non c’è effetto speciale più efficace e necessario di un attore che entra in scena e racconta una storia interessante in modo suggestivo. E’ nell’interregno che c’è tra la parola emessa dall’attore e l’orecchio attento dello spettatore che “accade il teatro”, in nessun altro luogo e grazie a niente altro.

Salutiamo Roberto Azzurro con questa suggestiva immagine sul teatro, ricordando che “Oscar Wilde, il processo” sarà in scena a Napoli il 28, 29, 30 e 31 ottobre in 4 location “non convenzionali” nello stile e nella traiettoria artistica dell’autore. Per le info si rimanda all’elenco in locandina più la “location segreta” Sala Vasari della chiesa Sant’Anna dei Lombardi in Piazza Carità ore 21,00.

 

Francesco Smorra

Francesco Smorra vive a Napoli dove svolge l’attività di Optometrista. Laureato in Scienze politiche vince il concorso per il dottorato di ricerca che gli apre la strada per la carriera universitaria ma, nel 2004, lascia il mondo accademico per dedicarsi pienamente agli studi optometrici, alla scrittura e alla sua altra grande passione: il tango argentino. In quest’ambito è ideatore e fondatore di TangOut e attualmente insegna questa disciplina presso l’International Dance Contemporary Art Center – Körper. Dal '94, si occupa di scrittura teatrale e cinematografica.  “Dall’equinozio di primavera al transito di Venere” è la sua prima pubblicazione letteraria.

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