A Napoli, violenta scossa di terremoto nella notte di magnitudo 4.2 ha svegliato l’intera popolazione in allarme verso le ore 3:30. Ennesima scossa nella zona dei Campi Flegrei dove da ieri si sono registrate circa 51 scosse in 14 ore, la più forte alle 9,10 di mattina di magnitudo 3.2. Continuano gli sciami sismici, ma questa notte l’intensità della scossa é stata così forte da coinvolgere molti paesi vesuviani tra cui anche San Giorgio a Cremano e i paesi limitrofi, dove la gente si é svegliata di soprassalto a causa del movimento ondulatorio degli oggetti in casa. E’ stata la scossa più forte con coordinate geografiche (lat, lon) 40.8170, 14.1560 ad una profondità di 3 km, localizzato dalla sala Operativa INGV-OV. E’ stata la scossa più forte degli ultimi decenni.
Sul sito dell’INGV viene pubblicata una tabella con tutti i paesi in cui si è avvertita la forte scossa questa notte.
Il sisma è stato avvertito anche nella zona collinare di Napoli: dal Vomero a Posillipo. Su Facebook decine di messaggi di persone impaurite raccontano come sono state svegliate nel cuore della notte dal terremoto: “Questa volta è stata una botta forte”; “Qui a Fuorigrotta tutto bene. Solo enorme spavento. “Scossa sentita fortissima ad Arco Felice”; “Scossa di terremoto fortissima! Tutti svegli ! Più forte di una bomba!”.
Da diversi giorni la popolazione é in allarme e molti parlano di voler preparare le valigie nel caso dovesse all’improvviso scattare un allarme per evacuazione. Molti parlano di un’eruzione che coinvolgerebbe anche il Vesuvio, per altri invece non c’è ancora questo pericolo imminente.
L’Ingv ha pubblicato un lavoro sull’origine degli sciami sismici nei Campi Flegrei, fenomeno in crescita che sta causando preoccupazione e dibattito tra residenti e istituzioni locali. A firmare la pubblicazione sono Mauro Di Vito, Francesca Bianco e Carlo Doglioni, rispettivamente Direttore dell’Osservatorio Vesuviano, Direttore del Dipartimento Vulcani e Presidente dell’Ingv.
Così il documento a proposito della situazione a oggi. “Da millenni la caldera dei Campi Flegrei è sede di intensa attività vulcanica. La vitalità di quest’area irrequieta è manifestata anche dal rilascio concentrato di gas lungo delle sorte di camini che producono le fumarole, e dal bradisismo, cioè il lento sollevamento o abbassamento del suolo, fenomeno quest’ultimo accompagnato anche da attività sismica. Gli episodi più recenti di instabilità che si sono manifestati con sollevamento e sismicità sono stati quelli del 1969-72 e del 1982-84, quando molti abitanti dell’area, soprattutto quelli del centro storico di Pozzuoli, furono costretti ad abbandonare le proprie case. Dal 2005 a oggi è di nuovo in atto un lento sollevamento del suolo che a luglio 2023 ha raggiunto circa 113 centimetri nell’area del Rione Terra”.
“In questi mesi, come riportato nell’ultimo bollettino settimanale di sorveglianza vulcanica (relativo ai dati rilevati dalle reti di monitoraggio dell’Ingv Osservatorio Vesuviano al 3 settembre 2023), il valore medio della velocità di sollevamento nell’area di massima deformazione permane a circa 15±3 mm/mese. Nelle ultime settimane si stanno verificando più frequentemente sciami sismici, come quelli avvenuti il 18 agosto e il 7 settembre, con diverse decine di eventi la cui magnitudo massima è 3.8 ± 0.3. L’area sismogenetica principale, già a partire dalla crisi degli anni 80, è compresa tra Pozzuoli, Solfatara, Pisciarelli e Agnano, con eventi che dal 2018 sono presenti anche nel Golfo di Pozzuoli. Le profondità raramente superano i 4 km.”
“In questo momento in corso una “risalita di fluidi maggiormente concentrati nell’area di Solfatara-Pisciarelli. Si ricorda che le misure sono effettuate anche nella parte sottomarina della caldera, nel Golfo di Pozzuoli, dove sono presenti punti di fuoriuscita di gas caldi, come il caso delle “Fumose” a sud di Monte Nuovo”.
“Gli ultimi sciami sismici, incluso quello del 7 settembre 2023, dimostrano come il fenomeno non mostri cambiamenti sostanziali – proseguono dall’Ingv – seppure avvenga con pulsazioni che si ripetono nel tempo. La causa del sollevamento del suolo e quindi della sismicità può essere dovuta a una forte risalita di gas e una maggiore pressurizzazione del sistema idrotermale profondo. Un’altra possibilità è che si stiano iniettando nel sottosuolo delle lingue di magma alimentate dal sistema magmatico profondo, strutture cosiddette a sill, a circa 3-4 km di profondità. L’origine del sollevamento è dunque legata alla spinta verso l’alto generata dalla messa in posto dei fluidi o fusi magmatici, e il bombamento conseguente genera un inarcamento e allungamento della crosta sovrastante con conseguenti fratture e faglie che generano terremoti e facilitano la risalita dei fluidi idrotermali”.
“I terremoti avvengono – prosegue il documento – prevalentemente nella stessa area e anche i loro meccanismi sono per lo più gli stessi. Negli ultimi anni la sismicità si è leggermente allargata, evidenza che dimostrerebbe come i fluidi o il magma si stanno lentamente espandendo lungo questa discontinuità orizzontale”.
“Attualmente la probabilità di una eruzione vulcanica è relativamente bassa proprio perché non vi sono evidenze di risalita di magma verso la superficie. Inoltre, il volume crostale sollevato al momento è pari a dimensioni molto inferiori al km3, vincolando le dimensioni dei fluidi nell’area di alimentazione del sollevamento. I dati sismici, geochimici, le deformazioni del suolo, le variazioni termiche superficiali e in pozzo, le variazioni gravimetriche non forniscono, allo stato attuale, indicazioni che il magma stia risalendo verso la superficie. Tuttavia, il vulcano ha la sua inarrestabile naturale evoluzione e, prima o poi, tornerà a eruttare. L’attenzione dell’Ingv-Ov è massima nella raccolta, studio e interpretazione dei dati e ogni variazione viene e sarà sempre discussa e comunicata tempestivamente agli organi di Protezione Civile nei suoi vari livelli”. (NapoliToday)
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