Napoli, ospedale Pellegrini, “é un’indigestione” ma esce dall’ospedale e muore
Napoli, ospedale Pellegrini, “é un’indigestione”, gli dicono, ma l’uomo esce dall’ospedale e muore
E’ accaduto a Napoli all’ospedale Pellegrini il 16 giugno scorso, “é un’indigestione” gli dicono i medici, ma l’uomo esce dall’ospedale e muore, aperta un’inchiesta. La tragedia é accaduta il 16 giugno scorso quando un uomo di 29 anni si presenta al Pronto soccorso dell‘ospedale Pellegrini a Napoli con forti mal di pancia. “E’ un’indigestione” gli dicono i medici e lo mandano a casa, ma non appena l’uomo esce dal presidio ospedaliero si accascia e muore. Sul caso é stata aperta un’inchiesta. La famiglia si è rivolta agli avvocati Giovanni Fusco e Amedeo Di Pietro che hanno chiesto accertamenti sulle cause. E così la procura di Napoli ha iscritto nel registro degli indagati due medici e una anestesista in servizio quella sera al pronto soccorso del nosocomio partenopeo. (NapoliToday)
Altri casi di malasanità
In altre occasioni si sono verificate morti per diagnosi errate, L’episodio più sconcertante quello della giovane Veronica Fioravanti di 27 anni, impiegata presso Aeroporti di Roma. La donna muore per una meningite fulminante dopo essere stata dimessa da 4 ospedali con la frase “LEI ESAGERA”. La drammatica vicenda inizia il giorno di Natale 25 dicembre 2022. Secondo quanto riportato su Today cronaca la giovane donna, impiegata di Aeroporti di Roma, madre di una bambina di 12 mesi, si era operata il giorno di Natale, per un rimuovere un ascesso, presso il Campus Biomedico di Roma, ma dopo l’intervento la ferita si era infettata e nessuno l’ha curata, dichiara la famiglia. 48 ore dopo le dimissioni la 27enne si sarebbe recata al pronto soccorso del Policlinico Casilino accusando un forte mal di testa, dolori alla schiena e al collo. Le viene diagnosticata “una forte cefalea” e Valeria viene dimessa con la prescrizione di antinfiammatori. Il dolore peggiora. Altra visita al Casilino, altra diagnosi errata.
La donna cambia ospedale, sempre a Roma al San Giovanni dove la risposta è “protrusione alla colonna vertebrale” e la cura un collare per una settimana. Valeria continua a peggiorare. È il 5 gennaio quando torna all’ospedale San Giovanni dove i medici – dopo un esame del midollo – capiscono che si tratta di una meningite batterica. Ma il virus è in stato avanzato. “Aveva bisogno di una terapia intensiva e soltanto dopo 4 ore si sarebbe liberato un posto al Gemelli” raccontano i familiari. La donna entra in ospedale già in coma e nonostante un’operazione ma non ce l’ha fatta, il 10 gennaio 2023 ne è stata dichiarata la morte. “Vogliamo che qualcuno paghi per gli errori che hanno portato alla morte di Valeria. L’hanno cacciata dagli ospedali, secondo loro stava esagerando” commentano i genitori.