A Napoli é noto a tutti ormai quante siano le difficoltà che incontrano i disabili per vivere in città, problemi anche alla Motorizzazione. Purtroppo sta diventando impossibile recarsi ovunque. Per strada trovi auto che bloccano il passaggio delle carrozzine sui marciapiedi, spesso te le ritrovi parcheggiate sugli stalli per disabili senza averne l’autorizzazione, uffici pubblici senza pedane per carrozzelle. Su Cronache della Campania, viene riportata un’esperienza vissuta da un diversamente abile che si é recato alla motorizzazione per sostenere gli esami.
“Salve Signor Borrelli, mi chiamo Emanuele Conato sono un ragazzo diversamente abile in carrozzina volevo denunciare l’ennesima vergogna nei miri confronti e nei confronti dei diversamente abili. Stamattina mi sono recato alla motorizzazione civile per gli esami di teoria della patente al mio arrivo mi sono trovato questo scempio. Il personale non mi voleva far accedere alla struttura in quanto questa non è attrezzata per i diversamente abili. Ovvero c’è un montacarichi ma è guasto da ben 4 anni.”
“Loro si sono giustificati che persone diversamente abili difficilmente vanno per gli esami quindi non hanno mai affrontato la questione di riparazione del montacarichi. Quindi la sicurezza mi voleva far andare via senza poter svolgere l’esame ma alla fine grazie all’aiuto di altre persone presenti mi hanno preso con tutta la carrozzina e salito mettendo a rischio la mia e la loro incolumità”.
“Ci vuole una grande forza” afferma il padre di Francesco, Alfonso. “Ormai siamo abituati ad essere completamente abbandonati ed a dover convivere con mille difficoltà. Quello che per gli altri è normale per noi è impossibile. Anche fare una semplice passeggiata diventa complicato per i marciapiedi impraticabili e per la mancanza di agevolazioni che gli stessi cittadini a volte ci negano. Parcheggiare davanti agli scivoli ai limiti dei marciapiedi ad esempio è un vero atto vandalico perché costringe noi genitori a dover mettere in serio pericolo la vita dei nostri figli, essendo costretti ad andare in strada per poter proseguire il cammino. Ma non è tutto perché le condizioni pessime in cui sono tenuti proprio i marciapiedi, spesso ci costringono a dover prendere strade alternative che non sempre sono praticabili”. il video di come sia impossibile camminare per strada cliccando qui sulla scritta Il Mattino
“Non c’è nulla per loro” continua Alfonso, “ne strutture ne modalità di inserimento in gruppi di cura e recupero. Esistono tante piccole associazioni di cui alcuni di noi fanno parte ma certamente non è sufficiente. Chiediamo alle istituzioni di aiutarci perché dopo di noi per loro c’è il buio totale. Noi temiamo soprattutto per il futuro dei nostri figli che senza di noi saranno dimenticati e maltrattati. Ognuno di noi dovrebbe fare la sua parte perché i nostri ragazzi sono esseri umani e necessitano di tutte le cure e le attenzioni, di cui usufruiamo noi”
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