È successo in una scuola media del napoletano dove un’insegnante, dopo aver scoperto che un alunno non fosse vaccinato, gli ha augurato: “spero ti becchi qualcosa”. Capita quindi che in una scuola nella zona di Napoli Nord, una insegnante faccia strane domande ad un ragazzino di 12 anni. Tra l’altro la donna non era neanche una professoressa diretta dello studente ma lo stesso si è permessa di indagare sulla stato vaccinale Covid del minore e dei suoi genitori. Capita anche che il minore, in modo tanto educato quanto ingenuo, risponda: “no, né io né mia madre siamo vaccinati“. A questo punto cosa succede? Capita, quindi, che l’insegnante auguri allo studente, davanti a tutti i compagni e ad altri suoi colleghi, di “beccarsi qualcosa”. Capita, infine, che un avvocato faccia il proprio dovere ed ottenga un provvedimento disciplinare nei confronti della insegnante.
La famiglia dell’alunno, a dir poco sconcertata per l’accaduto, non ha potuto far altro che rivolgersi ad un legale. L’avvocato Francesco Rotolo, già noto per altre controversie simili, si è immediatamente “armato” di carta e penna e ha scritto alla preside dell’istituto partenopeo. Nella sua esaustiva diffida, inviata alla dirigente scolastica, l’avv. Rotolo ha denunciato nel dettaglio l’accaduto richiedendo una immediata sanzione disciplinare per la prof. A tale proposito il legale specifica: ”Molti dicevano che da questa pandemia ne saremmo usciti migliori. Oggi abbiamo avuto l’ennesimo esempio, invece, che l’umanità si è pesantemente incattivita. Nella missiva inviata alla dirigente scolastica ho volutamente omesso il titolo di professoressa per la responsabile del fatto e mi è costato anche troppo utilizzare quello di “signora”. Le indelicate, quanto infelici domande poste all’alunno sullo stato di salute suo e dei genitori, avrebbero meritato ben altro appellativo.
È noto che per svolgere tale compito dovrebbero esserci i requisiti minimi di lucidità psicologica e integrità morale- aggiunge l’avvocato. La discrezione e l’educazione dovrebbero essere un “must” per un docente del genere. Non dimentichiamo che un insegnate di sostegno si interfaccia con soggetti ancora tanto piccoli di età quanto fragili psicologicamente.”
“No questo no”! Sono le parole che l’insegnante di francese dell’alunno, presente al momento del fatto, ha istintivamente pronunciato. Sono la dimostrazione che l’esternazione della professoressa di sostegno contro il minore abbia suscitato sgomento anche nei suoi colleghi oltre che negli altri ragazzi presenti. L’avvocato Rotolo conclude: “mi auguro che vengano attivate tutte le opportune procedure disciplinari nei confronti della responsabile per i gravi fatti appena esposti oltre ad una energica stigmatizzazione di quanto accaduto.” È quello che ci auguriamo noi tutti anche perché non dare la giusta valenza a questi episodi, in un periodo dove si parla tanto di maltrattamenti ai minori e di bullismo, sarebbe veramente un segnale bruttissimo che non vorremmo assolutamente vedere.
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