Una donna, profondamente indignata, ci invia una lettera aperta in cui reclama contro l’ospedale Cardarelli di Napoli l’ennesimo caso di malasanità. Il testo è il seguente:
“Napoli 14/12/2022
Sono qui a raccontare l’ ennesimo episodio di malfunzionamento della sanità a Napoli cui oggi è stato vittima mio padre di 80 anni. Affetto da neoplasia pancreatica (corpo coda) e carcinoma peritoneale con metastasi diffuse. Da settembre sottoposto a nefrostomia monolaterale al rene destro, attualmente sottoposto a chemioterapia palliativa settimanale c/o A.O.R.N. A. Cardarelli di Napoli; cardiopatia e diabete pregressi.
Ai sensi dell’art. 4 della legge 05 febbraio 1992 n.104, la Commissione Medica dell’ASL ha riconosciuto a mio padre lo status di portatore di handicap in situazione di gravità (Comma 3. Art. 3).
In data 06 dicembre sono stata contattata dal reparto di Urologia del Cardarelli per comunicazione appuntamento in data odierna.”
“L’appuntamento era alle ore 16:00 al Padiglione E I piano per effettuare sostituzione della nefrostomia. Siamo arrivati alle ore 15:30 ca, muniti di esito tampone antigenico, effettuato in farmacia al costo noto di € 15,00. Ripeto che mio padre è un paziente diabetico ed era digiuno dalla mattina. Ci hanno invitati ad accomodarci nella sala di attesa e ci hanno riferito che a breve saremmo stati chiamati.
Verso le ore 17:00 è uscita fuori dalla sala operatoria un’infermiera molto agitata. La signora ha comunicato ai presenti di avere problemi con le nefrostomie e che ne potevano effettuare solo a quattro dei pazienti presenti. Appena ho intuito che mio padre non faceva parte di questi quattro ho chiesto spiegazioni.”
“L’infermiera non mi ha risposto, allora ho chiesto di parlare con un suo responsabile e solo verso le ore 18:30 ho avuto il piacere di essere ricevuta dal dottor ——- . Il dottore mi comunica di avere a disposizione solo 4 presidi chirurgici necessari per le sostituzioni.”
“Ho chiesto chi fosse il responsabile della mancata fornitura del numero esatto di presidi necessari a far fronte alle prenotazioni della giornata; Il medico mi ha riferito di non essere lui il responsabile dell’accaduto….”
“A questo punto credo che qualcuno abbia la sua responsabilità non avendo fatto il proprio lavoro, retribuito con i soldi di noi cittadini. Hanno messo a repentaglio la salute di un ammalato grave che, digiuno e stanco, ricordo che oltre ad essere un malato terminale è anche diabetico, ha dovuto attendere invano per ore.
La cosa che appare più strana, oltre alla strafottenza del personale sanitario, è che l’ospedale, (il più grande del meridione) ha sia un pronto soccorso che un reparto di chirurgia d’urgenza e che la farmacia dell’ospedale dovrebbe essere aperta; o quantomeno, prima di iniziare gli interventi dovevano avere materiale per effettuarli ossia dovrebbero averne di più di quanto servono.
Qualche paziente in attesa ha riferito che non è la prima volta che accade e che alcuni erano già stati altre 2 volte senza subire l’intervento.”
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