Ci risiamo, aggredita a Napoli una Guardia Giurata all’ospedale San Paolo di Fuorigrotta per futili motivi. Continuano le aggressioni al personale sanitario, e di sorveglianza, non si ferma la furia incontrollata delle persone, che anche per motivi banali vanno in escandescenze. Secondo quanto riportato su Cronache della Campania, stavolta é successo ai danni di una Guardia Giurata all’ospedale San Paolo.
E’ l’una di notte quando il parente di un degente guarda comodamente dei video sullo smartphone a tutto volume, incurante del fastidio che stava arrecando alle altre persone ricoverate.
Viene invitato dal personale sanitario ad abbassare il volume, ma lui inizia ad inveire e minacciare tutti. Viene allertata la guardia giurata che lo accompagna fuori, ma lì si consuma l’aggressione fisica nei confronti del la guardia giurata picchiata brutalmente con lo smartphone in testa e in faccia: 21 giorni di prognosi per lui.
Per Giuseppe Alviti, Presidente nazionale Associazione Guardie Giurate “é ora di dire basta: Pronti per una manifestazione vibrata di piazza per le tutele giuridiche ed economiche degli operatori della vigilanza privata prima che scappi il morto. Anche le varie Asl sono colpevoli e silenti al pari del governo centrale che sono latitanti nel dare giuste risposte”.
E’ del 26 marzo l’ultima aggressione a personale sanitario accaduta presso la villa dei Fiori ad Acerra. Un infermiere viene aggredito da 10 persone, parenti di un paziente che arriva col 118. “Di fronte all’ennesima violenza non ci resta che dichiarare lo stato di emergenza delle cure sanitarie.” commenta Pino Di Silverio, segretario nazionale di Anaao Assomed “La condizione dei nostri ospedali è ormai invivibile ed è improcrastinabile un intervento urgente e concreto per spezzare la catena di violenze, altrimenti nessuno vorrà più curare.
“Evidentemente non sono sufficienti le forze dell’ordine – dice ancora Di Silverio – ma serve una legge immediata che restituisca sicurezza ai luoghi di cura e ruolo ai dirigenti medici e sanitari. Se continuiamo ad aspettare non ci saranno più cure, non ci saranno più medici, non ci sarà più un sistema sanitario e noi non saremo più in grado di fermare i colleghi che andranno via, ma li tuteleremo in tutte le sedi opportune. Per questo stiamo valutando azioni legali di denuncia per mancata sicurezza delle cure”
Minacce, lesioni, aggressioni, sono quasi 5.000 gli episodi di violenza in corsia negli ultimi tre anni, circa 1.600 l’anno e in 7 casi su 10 la vittima è una donna. Sono numeri allarmanti, il bollettino di una guerra che ogni giorno si consuma in corsia, si legge su Rainews. Questo quanto é emerso dai dati raccolti in occasione della giornata nazionale di educazione e prevenzione contro la violenza nei confronti degli operatori sanitari e socio-sanitari, che si é celebrata il 12 marzo scorso.
Il ministro della salute Orazio Schillaci dichiara: “Il numero di episodi di aggressione a danno degli operatori sanitari è pericolosamente in crescita. Si tratta di un grave problema culturale che va fermato. Per questo stiamo avviando una campagna di sensibilizzazione e abbiamo aumentato, in collaborazione con ministero dell’Interno, il numero di presidi di polizia presso i presidi ospedalieri”.
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