Ieri 29 dicembre 2022 muore un mito, il Re del calcio, il grande Pelè. Edson Arantes do Nascimiento il più grande attaccante di tutti i tempi. Ne danno la triste notizia i suoi familiari. Su Instagram la figlia Kely Nascimiento scrive “Tutto ciò che siamo è grazie a te. Ti amiamo infinitamente. Riposa in pace”. Ricoverato all’ospedale Albert Einstein di San Paolo del Brasile, già da tempo combatteva con un tumore al colon. 15 mesi fa il primo intervento, era il 21 settembre 2021 e ne uscì dicendo “Sono pronto a giocare 90 minuti e pure i supplementari”. Si è sottoposto a diversi cicli di chemioterapie, ma il nemico è avanzato, diffondendosi con metastasi in tutto il corpo provocando anche complicazioni cardiache. Il 21 dicembre le sue condizioni si aggravano e la famiglia ne da notizia su Instagram, ma lui rassicura i suoi fans con un messaggio “Amore, amore e amore!” un messaggio pieno di umanità. Ha combattuto come solo un grande campione sa fare, sempre con il sorriso sulle labbra e la sua gioia di vivere.
Edson Arantes do Nascimiento, chiamato Dico dalla famiglia, era figlio dell’ex calciatore Dondinho, noto al mondo del calcio come Joao Ramos do Nascimiento e di Maria Celeste Arantes. Pelé inizia ad amare il pallone fin da piccolo, allenandosi con il padre. La sua vita e la sua carriera sul sito biografieonline: nasce il 23 ottobre del 1940 a Tres Coracoes in Brasile, Pelé ha segnato in carriera più di 1200 reti. Inoltre, è l’unico giocatore ad aver vinto tre campionati del mondo (ne ha disputati in totale quattro) e precisamente: nel 1958, nel 1962 e nel 1970. La storia di Pelé cominciò nel 1956 quando fu notato Waldemar de Brito, che lo accompagnò a San Paolo del Brasile per un provino per il Santos. Debuttò tra i professionisti il 7 settembre 1956 con un gol che lo lanciò nella sua strabiliante carriera. A soli 16 anni il debutto in nazionale. A 17 anni prende il titolo di “O Rei” il Re.
Nel 1958 il suo primo mondiale che venne disputato in Svezia, dove fu l’autore di due reti contribuendo alla vittoria con 5-2. La vittoria in Svezia rivelò al mondo intero la grandiosità del gioco di Pelé: da lì cominciarono i trionfi. Egli condusse per altre due volte il Brasile alla vittoria della Coppa del Mondo, rispettivamente nel 1962 contro la Cecoslovacchia e nel 1970 contro l’Italia. Nella sua carriera Pelé ha segnato complessivamente 97 gol per il Brasile durante competizioni internazionali. 1088 militando nella squadra del Santos, che grazie a lui vinse nove campionati. Giunse al campionato del mondo di Cile nel 1962. Questo doveva essere l’anno della consacrazione di Pelé; sfortunatamente, nella seconda partita, contro la Cecoslovacchia, la Perla Nera s’infortunò e dovette abbandonare il torneo. In seguito, ci furono i Campionati del mondo del 1966, in Inghilterra (che non si conclusero brillantemente), e quelli in Messico del 1970; in quest’ultimo si vide il Brasile ancora una volta in vetta alla classifica, a spese dell’Italia (guidata da Ferruccio Valcareggi), che fu sconfitta per 4-1, con contributo fondamentale di Pelé.
Dopo diciotto anni trascorsi nel Santos, Pelé nel 1975 passò alla squadra New York Cosmos. Durante i suoi tre anni a New York, Pelé portò il Cosmos alla vittoria del titolo North American Soccer League nel 1977. La sua presenza in una squadra americana contribuì fortemente alla diffusione e alla popolarità del calcio negli Stati Uniti. Pelé diede l’addio al calcio giocato in un’emozionante partita svoltasi il 1° ottobre 1977, di fronte a 75.646 tifosi al Giants Stadium: giocò il primo tempo tra le fila del Cosmos e il secondo tempo tra le fila della sua storica squadra, il Santos. Dopo il suo ritiro dall’attività agonistica, Pelé continuò a dare il suo contributo al mondo del pallone. Furono realizzati ben cinque film sulla sua storia ed egli prese parte ad altri sei film, tra cui quello con Sylvester Stallone, “Victory” (in italiano: Fuga per la vittoria). Pelé è anche l’autore di cinque libri, di cui uno è stato trasformato in film.
Su Instagram Pelè scrive “Il successo non è un caso. È duro lavoro, perseveranza, apprendimento, studio, sacrificio e, soprattutto, amore per ciò che stai facendo o imparando a fare”. Un pensiero ricco di umanità e intrinseco significato. Il Re del calcio é stato non soltanto un grande calciatore ma anche e soprattutto un grande uomo. Grazie per tutto ciò che ci hai regalato e grazie infinite per questo augurio alla squadra del Napoli
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