Annalisa Renzulli ph Facebook
Medea, la celebre tragedia di Euripide, in scena nella suggestiva cornice dell’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici. Sabato 8 e domenica 9 marzo si è tenuta la celebre tragedia di Euripide negli spazi che hanno visto, per diverse edizioni, l’opera di strepitoso successo “Elenora Pimentel Fonseca, con civica espansione di cuore”. Medea è una delle tragedie greche più potenti e sconvolgenti mai scritte. Euripide ci presenta una donna, Medea, abbandonata dal marito Giasone, che per vendetta compie atti di inaudita ferocia, arrivando ad uccidere i propri figli. La tragedia esplora temi universali come l’amore tradito, la vendetta, la condizione della donna nella società, l’esilio e la follia. La pièce teatrale, per la regia di Riccardo De Luca che firma tra l’altro, anche la traduzione, le scene, i costumi e la linea musicale, ha centrato l’obiettivo di riproporci un perfetto ingranaggio narrativo.
Il magnifico spazio rappresentato dal salone degli specchi di Palazzo Serra di Cassano, si è popolato dei personaggi della tragedia diretti con ineguagliabile maestria. Il teatro di De Luca è essenziale. Le voci si modulano in corpi che si piegano, saltellano per simulare cavalli, svaniscono risucchiati da un vento immaginario usando pochissimi oggetti di scena. I personaggi brandiscono bastoni che diventano improvvisamente scettri o strumenti per cadenzare il tempo, copri capi per trasformare all’occorrenza i personaggi in nutrici o re. La pedana del palcoscenico, scarna di qualsiasi orpello scenografico, è il teatro che racconta se stesso solo attraverso i suoi interpreti: Livia Berté, Maria Teresa Iannone, Alfonso Salzano, Salvatore Veneruso, oltre al già citato Riccardo De Luca, fanno da co-protagonisti ad una splendida Medea, Annalisa Renzulli, pilastro intorno al quale ruota tutto il dramma.
Vibrante l’interpretazione della Renzulli che restituisce con una gran prova attoriale una delle figure più affascinanti e inquietanti della mitologia greca, un simbolo di passione, vendetta e complessità umana. La sua Medea è perfetta. Restituisce allo spettatore tutti i sentimenti contrastanti che questa grande figura “leonina” riassume in sé. E’ un rimbalzare di emozioni quello che si è assistito nella sala settecentesca del “Palazzo”. Quasi che gli specchi di questa antica struttura volessero amplificare, con un accattivante gioco di riflessi, la bravura di questa attrice che non ha finito ancora di meravigliarci. Rappresentazione messa in scena da “Stati Teatrali” bella e convincente.
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