Magiche Note-La consueta rubrica sulle novità musicali
Veramente una gran bella carriera canora quella di Francesco Guccini, uno degli esponenti più alti del cantautorato del nostro paese. Guccini nato a Modena del 1940, è anche uno scrittore molto apprezzato ed ha lavorato sporadicamente come attore in alcune rappresentazioni cinematografiche, che sono rimaste impresse nella memoria dei suoi numerosissimi fan. Nella sua lunga carriera discografica Francesco, ha pubblicato trenta album dei quali 17 in studio. È considerato dal pubblico e dagli addetti ai lavori, come uno degli interpreti più incisivi e significativi della scuola cantautorale italiana. Guccini che è da sempre molto impegnato sul piano sociale e politico, può essere accreditato a mio giudizio anche come il massimo interprete della canzone filosofica nostrana. Infatti le canzoni del Maestrone, come dagli esordi viene chiamato dal suo pubblico, sono pregne di riferimenti filosofici nelle quali l’artista descrive il suo mondo e le dinamiche della vita in generale. Ritenute decisamente le linee traccianti di tutta la produzione gucciniana. Nella sua fulgida carriera è stato insignito di numerosi premi e riconoscimenti, che l’hanno consacrato tra i cantautori italiani più bravi in assoluto di tutti i tempi.L ‘ultima sua fatica musicale si chiama ” Canzoni da intorto”, che in meno di un mese da quando è uscito è diventato meritatamente disco d’oro. L ‘album è composto da 11 brani, presi a prestito dalla cultura popolare Italiana, con arrangiamenti di chiara ed evidente matrice folk. Da sottolineare che l’album è stato messo in vendita in un formato solamente fisico, quindi i risultati ottenuti sono veramente mirabili. Le canzoni contenute nell’opera canora, sono dedicate a situazioni che narrano vicissitudini sociali politiche e lavorative. Francesco è tornato a cantare dopo oltre 10 anni facendo come al solito centro per la gioia di pubblico e critica. Se posso esprimere un parere del tutto personale, i testi delle sue canzoni come anche di altri cantautori italiani quali De Andrè e Gaber, andrebbero studiati assolutamente nelle scuole e negli atenei universitari italiani. Dando così a questi padri nobili della canzone italiana la giusta ed adeguata collocazione della loro produzione descrittiva e intellettuale.
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