I recenti e tragici fatti accaduti a Scampia, hanno una volta ancora evidenziato lo stato di abbandono strutturale delle famigerate “Vele” e delle condizioni di vita degli occupanti. Ci sono volute macerie mischiate col sangue innocente di donne, uomini e bambini per attirare nuovamente l’attenzione globale su un quartiere storicamente ritenuto di “serie B”, rispetto al resto della città.
illuminando i tanti lati nascosti di un mondo perennemente nell’ombra e nell’anonimato. La potenza comunicativa dei social ha fatto il resto e una macchina di soccorsi ed aiuti si è messa in moto nel rispetto delle regole “imposte” dai nuovi media. Non si potrà mai sapere chi ha agito in coscienza e chi per convenienza, sta di fatto che tante celebrità del momento si sono avvicendate offrendo supporto economico e morale agli sfollati della vela celeste.
Di sicuro non vengono in mente le istituzioni, costantemente “impegnate” in attività più di apparenza che di sostanza. Il boom turistico che ha avvolto Napoli, soprattutto nelle sue aree storiche e centrali, ha catalizzato l’attenzione della politica locale a svantaggio delle periferie più degradate. A fare il “lavoro sporco” sono state, quindi, le tante associazioni sparse nella zona nord di Napoli insieme ad alcune cooperative sociali molto attive sul territorio. Anche nella fase iniziale degli aiuti per gli sfollati della “Vela Celeste”, i primi a dare una mano concreta sono stati i tanti volontari e collaboratori provenienti dal mondo del così detto terzo settore.
è tra quelle che più si sono date da fare grazie alla propria rete di collaboratori che si sono immediatamente attivati. Stefania Gala, una educatrice della cooperativa, si è da subito adoperata per attirare, tramite i social, l’attenzione di chi volesse donare dei beni di prima necessità. “la cooperativa si è trasformata immediatamente in un punto di raccolta e smistamento sia delle donazioni dei cittadini che di beni acquistati direttamente con le nostre risorse” racconta la presidente, Rita Caprio, che aggiunge: ” la nostra priorità era quella di offrire un supporto concreto immediato a tutti coloro che di punto in bianco si sono ritrovati in mezzo ad una strada“. Tra l’altro, visto il periodo estivo, diverse associazioni che di solito si adoperano sul territorio di Scampia, non erano attive. La cooperativa “l’uomo e il legno” è molto nota nella zona perché da anni offre un valido, costante e concreto supporto agli abitanti del quartiere compresi i detenuti dell’attiguo carcere di Secondigliano.
che potrebbero fungere da volano per chi ha veramente volontà e desiderio di dare uno slancio alla propria vita. Se le amministrazione comunale e quella regionale facessero concretamente la propria parte, in sinergia con il terzo settore, vedere la luce in fondo al tunnel per la gente di Scampia non sarebbe più un’utopia!
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