Libia: l’uragano Daniel distrugge Derna, 6mila morti, un’ecatombe
Libia: l’uragano Daniel distrugge Derna, 6mila morti, un’ecatombe
In Libia l’uragano Daniel distrugge la città di Derna, 6mila morti e 10mila dispersi, un’ecatombe senza precedenti. Due dighe sono crollate liberando 33 milioni di metri cubi d’acqua. È il più grave disastro nel paese da 40 anni, non ci sono italiani rimasti coinvolti.
6mila morti accertati solo nella città di Derna
Sono 6mila i morti accertati e registrati nella sola città di Derna in Libia orientale, ma lo spaventoso uragano ha coinvolto anche altre province della Cirenaica. Le piogge torrenziali scatenate dalla tempesta ‘Daniel’ hanno causato catastrofiche inondazioni improvvise in tutta l’area travolgendo case, edifici e tutto ciò che incontravano con la loro forza devastante. La violenza con la quale si sono abbattute le inondazioni e la quantità di acqua che ha invaso i paesi é dipesa soprattutto dal crollo delle due dighe crollate a Derna.
Il presidente del Consiglio presidenziale libico, Muhammad Manfi, ha chiesto alla comunità internazionale di fornire aiuti umanitari. Si segnalano almeno 10mila dispersi. I dati saranno aggiornati man mano che passano le ore in quanto si teme che i numeri siano ancora approssimativi visti gli ingenti danni.
I video che circolano in queste ore su Internet sono impressionanti, decine di morti sparsi per le strade completamente invase da fiumi di fango e detriti, una vera apocalisse.
Il messaggio di Giorgia Meloni
Nella nota di Palazzo Chigi si legge il commento del Presidente del consiglio Giorgia Meloni: “ho appreso con dolore degli ingenti danni causati dall’uragano Daniel che ha colpito la parte est della Libia causando morte, feriti e distruzione. L’Italia esprime tutta la sua vicinanza e solidarietà ai familiari delle vittime e al popolo libico e ha attivato la Protezione civile per poter assistere nel migliore dei modi la Libia colpita da questa emergenza.”
Il Cordoglio del Presidente Mattarella
Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha inviato al Presidente del Consiglio Presidenziale dello Stato di Libia, Mohamed Younis Al-Menfi, il seguente messaggio:
«Le inondazioni provocate dall’uragano Daniel, che ha così duramente colpito la parte orientale della Libia ed in particolare la città di Derna, provocano profonda tristezza e sentimenti di sincera partecipazione al dolore dell’amico popolo libico.
In questo spirito, desidero far pervenire a Lei, signor Presidente, e alle famiglie dei deceduti il profondo cordoglio dell’Italia tutta e mio personale.
Ai numerosi feriti e a quanti hanno subito pesanti perdite materiali auguriamo un pronto ristabilimento.
Nel ribadire la nostra sincera vicinanza, Le confermo altresì la disponibilità dell’Italia a contribuire ai soccorsi».
Meteo. Libia, il ciclone Daniel, l’evento meteo più mortale e distruttivo del 2023
Questo il titolo che si legge sul sito 3Bmeteo quest’oggi alle ore 13:55. Daniel è uno dei sistemi ciclonici con caratteristiche simili tropicali più distruttivi e mortali degli ultimi anni.
La tempesta ha acquisito caratteristiche sub tropicali sullo Ionio e si è portata verso la Libia dove ha fatto landfall il 10 settembre. In genere prima che raggiungano la costa questi cicloni si indeboliscono; molto meno frequente è invece l’approdo ancora forte. C’è anche il sospetto che poco prima del suo contatto con la terra ferma Daniel abbia acquisito caratteristiche completamente tropicali, ovvero un classico ciclone a cuore caldo. Il suo lento movimento nell’entroterra ha provocato le catastrofiche inondazioni per le piogge estreme avvenute in particolare a ridosso dei rilievi costieri con cumulate di 400mm, ovvero la pioggia di un anno in poco tempo. La maggior parte della pioggia è caduta in una zona ristretta sulla costa dove di norma non piove molto.
Daniel è la parte conclusiva della formazione di un blocco ad Omega e che ha comportato eventi meteo estremi simultanei in Europa, quali il caldo anomalo sul Centro Nord Europa, le alluvioni in Spagna, le piogge storiche in Grecia (884mm a Portaria) con ripercussioni anche in Turchia e Bulgaria, in ultimo anche su Libia ed Egitto.