La scuola italiana per l’integrazione degli allievi diversamente abili
La scuola italiana per l’integrazione degli allievi diversamente abili
“Insegnanti di Sostegno. Riconoscimento dei titoli esteri, politica e normativa verso una soluzione europea”.
La prima agenzia formativa italiana, la scuola, deve poter contare sugli insegnanti di sostegno per il grande supporto che questi offrono agli alunni diversamente abili e alle loro famiglie.
Conferenza stampa sul TFA Sostegno all’estero
Un importante conferenza stampa sulle tematiche della diversità, sul ruolo degli insegnati di sostegno in Italia, si è tenuta ieri 31 gennaio, presso la sala Caduti di Nassirya, al Senato della Repubblica, la Camera Alta del Parlamento Italiano, presso Palazzo Madama a Roma.
Il tavolo, di tutto rispetto, ha visto la partecipazione del Senatore Marco Scurria, Segretario della IV Commissione permanente; della Senatrice Lavinia Mennuni, membro della V Commissione permanente; dell’On. Maria Teresa Bellucci, Viceministro del Lavoro e delle Politiche Sociali; dell’Avv. Francesco Vannicelli, esperto di Diritto Scolastico; del dott. Giovanni Caputi, Magistrato Referendario del TAR Lazio; della Prof.ssa Rossana Piera Guglielmi Dirigente Scolastico I.C. Visconti Roma; del dott. Vito Guirreri, Direttore di Agenzia Formativa; della Prof.ssa Maria Rita Canale, Insegnante di Sostegno.
Il tema in discussione ha riguardato da vicino il sistema formativo della scuola italiana, mettendo in discussione il grave disagio degli alunni diversamente abili che, ad oggi, non possono vantare il diritto di avere il docente di sostegno.
“Ho pochi insegnanti di sostegno e molti alunni diversamente abili. Faccio salti mortali per tentare di conciliare il bisogno formativo degli allievi con la scarsa disponibilità di personale in servizio”, queste le parole del Dirigente Scolastico Guglielmi che ha tuonato contro il mancato riconoscimento di professionalità da parte del Ministero dell’Istruzione a quei docenti formatisi all’estero, avendo conseguito il titolo TFA sostegno in Romania e in Spagna, in particolare.
Una divergenza tutta italiana sulla questione che rischia di spaccare le Istituzioni che, da un lato, sono al corrente della disfunzione, ma dall’altro non producono alcuna soluzione al problema.
Riconoscere la professionalità dell’insegnante di sostegno
Sono alcuni anni ormai che in Italia non si riconosce la professione di Insegnante di Sostegno per coloro che hanno trovato una strada per specializzarsi nell’assistenza, nella didattica attiva, nella capacità di offrire strategie di crescita a persone, ragazzi in particolare, che non hanno autonomia di se stessi, ma che hanno bisogno di altri per vivere il quotidiano.
Oggi nella scuola ci sono molti giovani volenterosi che si occupano di ragazzi diversamente abili, contrattualizzati a tempo determinato, attinti da graduatorie incrociate GPS afferenti alle varie discipline, ma che di Sostegno non hanno alcuna specifica conoscenza.
Attraverso la conferenza stampa e con la strategia politica, è possibile arrivare ad una soluzione normativa comunitaria atta ad indirizzare verso una soluzione europea la questione.
Con il suo intervento l’Avv. Vannicelli, ha evidenziato una sentenza del Consiglio di Stato favorevole al riconoscimento del titolo estero, ma che per svariati motivi non trova attuazione nella realtà, relegando i docenti di Sostegno, regolarmente orientati per aver conseguito il TFA all’estero, a docenti inseriti nelle GPS, con riserva, impossibilitati ad ottenere una nomina come insegnanti di Sostegno.
Il Senatore Scurria sensibile alla tematica
Il Senatore Scurria, sensibile a questo annoso problema, ha dichiarato che attraverso una sua interpellanza, il Ministero è al corrente del grave disagio in atto per la materia in discussione e che si sta lavorando per cercare di trovare le migliori soluzioni possibili.
Si è parlato del Cimea (Centro di Informazione sulla Mobilità e le Equivalenze Accademiche) per garantire il riconoscimento del titolo all’estero, si è disquisito sulle Università per tale riconoscimento, ma le stesse Università organizzano i corsi TFA in Italia, per cui, chi scrive, si domanda: “E’ possibile che si possa scadere nell’antagonismo spicciolo e si riduca ad una mera mercificazione quella che si ritiene debba diventare un’eccellenza formativa, offerta dall’istruzione in Italia?”.
Domande che in questo momento non trovano risposta, ma dall’atmosfera della sala Nassirya, sotto lo sguardo dei servitori della Patria che hanno dato la vita per il nostro paese, non ci si può raccontare fandonie e, forse, è proprio la scelta di una location così austera che garantisce una sicura soluzione al problema TFA sostegno all’estero per i nostri giovani, futuri insegnanti.