La scuola al servizio dei giovani: si parla di dipendenze in genere
La scuola al servizio dei giovani: si parla di dipendenze in genere
Un fardello per i giovani d’oggi e non solo per loro.
Un progetto di grande rilievo si sta attuando presso l’Istituto Alberghiero di Cicciano per far conoscere ai giovani i grandi temi d’attualità che riguardano da vicino le loro vite: le dipendenze dall’alcol, dalle sostanze stupefacenti, dal gioco d’azzardo, dal cibo spazzatura.
In passato, le precedenti generazioni, sono spesso state vittime, incapaci di reagire per la mancata conoscenza delle problematiche, lasciate sole dalle istituzioni a combattere i propri vizi, e le reazioni a volte, non hanno permesso di riconquistare una vita normale.
In provincia di Napoli si parla di dipendenze
Oggi, invece, nella scuola c’è la possibilità di confrontarsi e farlo con la testimonianza diretta di chi il problema lo ha conosciuto, lo ha affrontato, ne è rimasto invischiato, ma qualcuno è riuscito a farcela.
I docenti dell’alberghiero, Morabito e Boccia, rispettivamente di diritto e di italiano, hanno coinvolto il dott. Domenico Luongo (uno che ne è venuto fuori) e hanno approntato un progetto tale da coinvolgere un buon numero di classi della sede Ipsseoa “C. Russo” di Comiziano.
Il dott. Luongo, o semplicemente Domenico, come lui ama farsi chiamare, ha portato la sua testimonianza su cui è stato imperniato il progetto, oltremodo interessante e coinvolgente per i giovani.
Con le date stabilite, sei incontri con cadenza quindicinale, si incontrano gli allievi ai quali Domenico racconta il proprio vissuto, e lo fa con un linguaggio semplice, anzi con il linguaggio dei giovani di oggi.
Con linguaggi semplici ed efficaci
Non è difficile sentire in aula conferenze della scuola “Ue Bro e allora, tu che ne pensi?”, oppure “Dammi il cinque, bravo hai capito, tu si ca si uno bbuon…”.
Il progetto, oltre a quanto detto, punta a sottolineare l’importanza della comunicazione e della prevenzione su argomenti delicatissimi e,
contemporaneamente, punta al coinvolgimento diretto degli alunni che si lasciano andare a testimonianze dirette e spontanee allo scopo di
catturare e comprendere il “sommerso” che alberga in ognuno di loro.
Proporre questo tipo di progetto è fare della scuola uno strumento importante per avvicinare gli allievi all’istituzione e viceversa ed è grazie a
testimonianze forti, come quella di Domenico, che si riesce a validare un’idea e a concretizzarla sul campo, per vivere con i giovani
un’esperienza a volte surreale, ma molto efficace per la voglia degli allievi stessi di potersi raccontare in qualche modo.
Sarebbe opportuno che l’Istituto Alberghiero di Cicciano facesse da volano per questo tipo di iniziativa, in modo che in tutte le scuole del
territorio si possa replicare l’esperienza, affinché gli alunni, soprattutto quelli che vivono in aree a rischio, possano usufruire della
professionalità di chi per necessità e poi virtù è riuscito a dare un calcio al passato e a garantirsi una nuova vita nella quotidianità.
Un plauso al Dirigente Scolastico di questa scuola, la dott.ssa Sabrina Capasso, che ha permesso la realizzazione di un progetto di così alto
profilo sociale.