La musica attraverso la voce di Laura Lanzillo: una passione che è nata quando era solo una bambina

Laura Lanzillo una cantante dalla voce calda e potente

Laura Lanzillo è una cantante nata a Napoli 42 anni fa e dopo sacrifici e tanto impegno ha fatto della sua passione il suo mestiere. Un’artista poliedrica che sa modulare meravigliosamente la voce e che ama la vita in modo sano. Questo grazie alle esperienze che l’hanno resa una donna forte, con valori e sentimenti.

Ci ha gentilmente concesso un’intervista, tra un impegno e l’altro mentre torna a casa a Roma dove vive da diversi anni. Dalle sue risposte emerge una donna forte e determinata, cresciuta e “nutrita” di musica, in una famiglia dove il nonno suonava il pianoforte.

La sua non è stata un’infanzia facile : ha perso il padre da piccolissima. Per cui la musica è stata per lei un modo per incanalare il dolore e trasformarlo in forza.

Ci parli un po’ di lei. Chi è Laura Lanzillo e come è nata la passione per la musica?

Sono nata negli anni ’80. La storia della mia vita è un pò particolare: ho perso mio padre all’età di tre anni, mia madre aveva solo 20anni ed era incinta di mia sorella Francesca. Lei porta il nome di mio padre che si chiamava Francesco. E’ stato un duro colpo per la famiglia. Anche perchè mio padre aveva solo 26anni. Non è stato semplice gestire tutto. Per fortuna abbiamo avuto i miei nonni con i quali abbiamo condiviso questo grande dolore . Ciò ci ha permesso di cercare di superarlo insieme. Ci ha aiutato molto.

Per cui ho avuto una vita normale, come una bambina “normale”. Perchè ,come tutti i bambini, ho vissuto la serenità di vivere in una famiglia dove si pranzava insieme, si giocava.  Andavo al parco a giocare con gli amichetti, facevo i compiti, guardavo la tv, giocavo con mia sorella. Insomma facevo tutte le attività che un bambino “normale” può fare. E questa normalità mi è servita tantissimo nella mia vita”.

Laura Lanzillo durante una sua esibizione

“Io lo dico, anche se a volte, confesso , in passato evitavo di raccontare questa parte della mia storia. Perché non volevo che le persone si “impietosissero” della mia storia. Perchè  sono una persona molto orgogliosa e quindi non volevo che passasse questo messaggio di me, in alcun modo. Però, invece, con il tempo, ho capito che bisogna raccontare determinate cose. Perchè è importante che in ascolto ci siano (intendo con le “antenne alzate”, che possano leggere o ascoltare per radio o vedere in tv) dei ragazzi che hanno vissuto, probabilmente, la mia stessa tragedia”.

“E quindi, a volte, è importante che queste storie vengano raccontate affinchè i ragazzi possano , non prendere ispirazione ma soprattutto ascoltare e avere sempre la speranza. Credere sempre nel bene, nonostante i momenti brutti che la vita ti riserva.  Andare avanti cercando di essere forti e non cadere in brutte situazioni. Assolutamente questo va evitato. E quindi, magari, dare un conforto ad un ragazzo/a che ha vissuto la mia stessa condizione, questo può essere solo un bene”.

Laura Lanzillo: una ragazzina salvata dalla musica

“Da ragazzina mi sono “tuffata” nella musica. La musica è stata la mia salvezza, la mia ancora di salvezza. Oltre alla mia famiglia, perché in famiglia suonavano tutti : papà suonava il basso, mamma cantava, il nonno il pianoforte e cantava, mio zio suonava la batteria. Insomma è sempre stata una famiglia armoniosa in melodia”.

E questa è stata una cosa positiva perché mi ha dato l’input per la musica. Ed è importante che i giovani seguano un input, uno stimolo, una passione, qualunque esso sia. Che possa essere, l’arte, la musica, la letteratura, la filosofia. Cose oggi, forse, fuori moda, ma cose sane, perché è importantissimo soprattutto per chi vive determinate situazioni e si lascia abbattere o coinvolgere in dei vortici brutti da cui, dopo, è difficile risalire.

Io ho avuto la fortuna, nel mio percorso, di conoscere brave persone che, nel modo più assoluto, mi hanno un po’ protetta da tutto il male. Perché già venivo da una situazione particolare. E quindi mi hanno sorretta, sostenuta nelle cose belle che poi la vita regala.  La passione per la musica nasce proprio dalla mia famiglia. Nasce fin da bambina”.

Cosa vorrebbe trasmettere, ai giovani soprattutto, attraverso la musica, in questo periodo così difficile? E cosa consiglierebbe loro se volessero intraprendere la stessa carriera?

Il mio consiglio alla nuova generazione, se vogliono intraprendere la carriera nel mondo della musica, è quello di farlo in modo serio perché la musica è una cosa seria. La musica non è un gioco non lo è affatto. La musica va studiata va rispettata va amata, va fatta con impegno. Se avete deciso che il vostro amore è questo lo dovete fare con tutte le forze che avete a disposizione . Ci dovete credere sempre. Non vi dovete sentire forzati a fare qualcosa che non vi va. Ma lo dovete fare con costanza.

Lo dovete fare con studio e con passione. C’è sempre da imparare non si è arrivati da nessuna parte. Lo dico soprattutto alle nuove generazioni che magari si sono trovati in determinati contesti. Fanno un pezzo che “scoppia” e dopo non succede niente più. Invece un ragazzo che studia impara, apprende, va in competizione genuina con altri musicisti, si sprona, sempre ha speranza, ha voglia,  testardaggine tutte le cose più belle che ti portano ad amare qualcosa profondamente. Questo ti porta sicuramente a dei risultati. Non bisogna mai mollare la presa in alcun modo. Bisogna bisogna crederci sempre e lavorare e lavorare tutti i giorni”.

C’è una domanda che vorrebbe le fosse fatta?

Si. Quale è il suo desidero più grande? Il mio desiderio attuale vista l’epoca in cui viviamo è che la gente non perda l’umanità in alcun modo. Questo è il desiderio più forte. È che desidero tutti i giorni della mia vita. Desidero seriamente che la gente non perda l’umanità. Perché nel periodo della pandemia ho visto cose spaventose, la gente contro la gente. Questa cosa non mi è piaciuta per niente. Ci sono un’infinità di cose che a questo mondo non vanno. Ma la cosa che dovremmo imparare in assoluto è di sostenerci e aiutarci a vicenda.

Il periodo della pandemia ha creato indifferenza

Nel periodo della pandemia vedere litigare le persone per un pacco di farina, è stato veramente spaventoso, ma è la meno grave. La gente è indifferente alle persone che vivono per strada, agli animali . Io spero seriamente che la gente si svegli veramente da questo torpore di questa epoca. Che la gente realizzi che sono ipnotizzati da tutto e che un sorriso è meglio farlo dal vivo che da dietro a uno schermo. E che se possiamo, anche in minima parte, aiutare qualcuno lo dobbiamo fare. Senza pensarci due volte va fatto, punto . Perché ci dobbiamo immedesimare in quelli che hanno meno di noi. E tendere una mano sempre. Ovviamente è un desiderio impossibile. Però spero che qualche anima buona si possa scuotere. Perché di gente buona ce ne è, e ce ne è tanta. Ce n’è tantissima e va preservata.

Ascoltando il suo ultimo album, Specchi Riflessi, si ha il piacere di ascoltare una voce calda e ben modulata, ma soprattutto chiara. Essere identificabile attraverso la voce è un dono di pochi, specialmente in un’epoca di “meteore”. Lei si ispira a qualche artista in particolare?

“Non mi ispiro a qualcuno in particolare. Anche perché sono un’ascoltatrice di musica da anni e anni . Ho sempre ascoltato tutti i tipi di musica, anche musica classica , Maria Callas, ma anche Jazz, ma anche Mina, Battisti. Ce ne sono veramente in quantità industriale che ne ascolto. Anche il nostro Pino Daniele che io adoro. Ho tutta i suoi dischi, la discografia. Anche di Battisti. Quindi diciamo che sono un’ascoltatrice di musica, di tutta la musica. E questo mi ha aiutato molto, perché attraverso la conoscenza di tutta musica, sono riuscita più facilmente ad entrare in un momento musicale, con i musicisti e fare quel pezzo mio. Perché adoro far diventare quel pezzo mio, anche se lo canta un altro artista. È bello interpretarlo a proprio modo. Dovrei fare troppi nomi per cui ce li mettiamo tutti”.

Le sue origini napoletane hanno influenzato il suo modo di essere “cantante”?

“Io sono di origine napoletana, sono napoletana. Il fatto di essere napoletana mi rende orgogliosa. Anche se mi sono trasferita da quattro anni a Roma per lavoro, ci ritorno sempre perché è vero che senza Napoli “nun se po’ stá”. E quindi ogni tanto quando torno a Napoli è come se tornassi per prendere una boccata di aria, aria di mare. Aria di sole e di allegria. Che fa bene sempre al cuore e allo spirito.

Questo però non mi ha condizionato nella musica perché io scindo : c’è una cosa che non mi piace o c’è una cosa che mi piace. La musica che non mi piace ovviamente non la considero, non la calcolo. Perché sono cose che la mia anima rifiuta. E quindi anche le mie scelte le mie collaborazioni musicali sono idonee alla mia anima. E questa è un’altra fortuna che ho avuto nel mio percorso. Perché ho potuto scegliere quello che volevo e quello che assolutamente non volevo fare”.

Quali sono i suoi progetti futuri?

“I miei progetti per il futuro…. In questo attuale momento ci sono varie collaborazioni con Papik Irma Records. Ci saranno diverse compilation che usciranno nei mesi prossimi insieme a tanti artisti bravissimi, di cui sono fiera e contentissima. La mia aspirazione è quella di poter fare un disco con dei pezzi inediti. E quindi di creare dei pezzi miei che sono già in cantiere e di “regalarli” alle persone. Nel senso di regalare un messaggio all’ ascoltatore”.

Una copertina senza “filtri “

“Per la copertina del singolo,” Specchi Riflessi”, ci tengo tanto a ringraziare il mio amico Kriss Barone, make-up Artist. Lui ha sviluppato questa immagine perfettamente senza filtri”.

Laura Lanzillo

Ho preferito che lasciasse l’immagine così com’è perché ho 42 anni e quindi è giusto che si veda la mia età. Quindi sono molto felice di questa copertina che mi rappresenta. Ovviamente abbiamo pensato a una copertina realistica senza pensare ai filtri perché non bisogna vergognarsi della propria età. Ci ho messo 42 anni ad avere queste rughe, tra sorrisi e lacrime. E quindi voglio che si vedano e sono orgogliosa di questa cosa. 

Siamo troppo pieni di plastica di silicone, botulino… Viviamo in un’epoca dove le persone veramente non si accettano per quelle che sono. La perfezione non esiste. Sono mode del momento e quindi poi cambiano. Sarebbe bello pensare che un giorno le persone potessero guardarsi allo specchio, anche con qualche ruga in più anche con un naso po’ più grande, con un orecchio a sventola o con un guanciotto un po’ più pronunciato, guardarsi e pensare e comunque sono bella oggi. Sarebbe veramente bello accettarsi e amarsi per quello che si è”.

Ringrazio Laura Lanzillo per la sua disponibilità e la sua cortesia. Una donna ricca di risorse ma soprattutto con uno sguardo verso un futuro migliore per tutti.

 

 

 

Marianna Caprio

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