L’Inter ha licenziato tre lavoratori over 50 del magazzino centrale, la CGIL di Milano attacca il club neroazzurro.
Il club del presidente cinese Steve Zhang ha deciso di licenziare alcuni magazzinieri. I tre sono lavoratori over 50 del magazzino centrale. Questa presa di posizione della società nerazzurro non è gradita ai sindacati che hanno chiesto un ripensamento al club per reintegrare i tre dipendenti.
Dallo scorso primo ottobre infatti, come riporta il sindacato, i tre magazzinieri (ultracinquantenni) sono stati sospesi dal lavoro a causa della decisione dell’azienda di “esternalizzare l’attività” a una società terza.
“Nonostante i tentativi messi in campo dalla Cgil per trovare soluzioni alternative al licenziamento, come il reimpiego in altre mansioni, peraltro facilmente percorribile data l’esperienza polivalente dei lavoratori in questione”, il club calcistico, come fanno sapere i rappresentanti sindacali, ha “inspiegabilmente” confermato di voler chiudere i tre rapporti di lavoro “a partire dall’1 novembre”. Data di scadenza del blocco dei licenziamenti decisi dal governo.”
Ora, “considerando che la somma dei tre stipendi costituisce una minima frazione dello stipendio medio che l’Inter paga ai giocatori e che il club ha sempre promosso valori come l’uguaglianza e la fratellanza”, la Cgil Milano ritiene questa decisione “non accettabile”. Per questo chiede alla società meneghina di “tornare indietro nelle sue intenzioni”.
CasaNapoli ha contattato Davide Baccarini, uno degli operai licenziati, il quale ha raccontato la situazione che si è verificata:
“Negli anni passati il magazzino dell’Inter ha subito due furti durante la notte. La sfortuna ha voluto che si verificassero questi furti -perché si è trattato di episodi sfortunati- dove ignoti avevano portato via del materiale tecnico. Così la società nerazzurra non si è fidata del magazzino centrale ed ha deciso per l’esternalizzazione del lavoro. Da quel momento siamo diventati esubero. Da subito abbiamo rotto le scatole, abbiamo chiesto di ripensarci, ci siamo attivati attraverso i sindacati e la CGIL. Conosciamo il nostro valore visto che lavoriamo da 16 anni in quel magazzino. Conosciamo dinamiche interne, dinamiche di spogliatoio, di società. Dinamiche di trasferte, partite ogni tre giorni, senza mai riposare, sempre in sbattimento. La società non ha voluto sapere nulla e ci ha comunicato che il nostro rapporto sarebbe terminato.
Abbiamo provato a far sentire la nostra voce anche attraverso la CGIL ed i sindacati. Volevamo che il nostro lavoro venisse rispettato in base ai diritti costituzionalmente garantiti. Personalmente sono stato più fortunato rispetto ad altri visto che avevo uno stipendio abbastanza alto. La situazione non è bella anche rispetto al resto d’Italia. Pensando che alle situazioni vissute a Napoli (il caso della Whirlpool) e Firenze. E’ una macelleria sociale che viene nascosta. Uno pensa ad una società di calcio e pensa chiaramente a stipendi faraonici dei vari calciatori della prima squadra, di alcuni allenatori, e di determinati dirigenti. Noi prendiamo stipendi da operai. Nonostante si tratti di società di calcio, noi prendiamo le briciole, stipendi che sono il nulla rispetto a quelli che si leggono in giro per calciatori. Siamo una goccia nell’oceano, ma non credo sia giusto che a pagare siano i piccoli.
Persone che non vivono sotto i riflettori nel mondo del calcio. Persone che fanno il proprio lavoro onestamente. Insomma la gente che deve sopravvivere. Io ho molta esperienza e penso di poter puntare ad altre società, ma in questo momento davvero non so cosa fare e come muovermi. Mi sento abbastanza avvilito e spaesato.
Un collega ha accettato il licenziamento perché aveva solo un contratto part time. Se avesse fatto causa, avrebbe perso, perché c’è possibilità, per la società, di esternalizzare il lavoro. Ma anche se è prevista l’esternalizzazione, avrebbero dovuto provvedere a ricollocare le persone che già lavoravano dentro. Magari ricollocarli al settore giovanile, o a fare lavori all’ interno dello stadio. Ma non è bello subire un trattamento del genere a 50 anni passati. La nostra sfortuna sono stati i due furti accaduti negli anni scorsi. Anche se sono andato personalmente, con la mia squadra, a fare le varie denunce. Sono stato ai carabinieri, in questura, abbiamo quantificato i danni dei furti.
Insomma mi sono prodigato, nonostante lo spiacevole incidente. Spero che il dott. Antonello e il dott. Marotta ci ripensino perché noi abbiamo la cultura di aiutare sempre gli altri, gli ultimi arrivati. Io sedevo sempre in panchina e ho avuto solidarietà da tutti, da calciatori e allenatori ed ex allenatori che allenano ancora. Capisco che il mondo del calcio è cambiato ma non è giusto che si verifichino queste situazioni. Ho vinto 5 Scudetti sul campo, ero a Madrid nella notte della Champions del triplete. Ho vinto Coppa Italia, tutto sul campo. Poi sono stato spostato ad Appiano Gentile, prima del momento di sfortuna. Eppure ho avuto meno sfortuna di altri che sono stati licenziati via zoom o via Whatsapp. Vedere la gente che protesta per lavorare fa male, anche se lo Stato fa nulla e i sindacati difendono solo nella misura in cui possono.
La lettera di licenziamento, ad oggi, a me non è ancora arrivata, agli altri invece sì. Al momento quindi sono sospeso ma con retribuzione. Anche se il mio avvocato dice che arriverà anche a me. Spero che Antonello e Marotta ci ripensino perché non spostiamo il bilancio e abbiamo fatto sempre il nostro lavoro benvoluti da tutti. Ai miei tempi lavoravo anche per il sociale, ho ricevuto la solidarietà del Milano Azzurra. Anche persone che non mi conoscono hanno avuto dei bei gesti nei miei confronti: una persona mi hanno lasciato offerto il caffè per una settimana. A me dispiace per quanto accaduto e spero possa risolversi tutto nel miglior dei modi.”
Di seguito il video:
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