Libro molto particolare e struggente quello di Sanaka Hiiragi denominato “Il magico studio fotografico di Hirasaka”, formato da 146 pagine e pubblicato dalla Feltrinelli. Sanaka Hiiragi è una scrittrice giapponese nata a Kawaga, che adesso vive e lavora a Tokyo. Sanaka è laureata in letteratura.
Ritornando al libro suddetto l’autore narra la vicenda umana di Hirasaka, fotografo e grande collezionista di macchine fotografiche antiche. I personaggi principali nel libro che interagiscono con Hirasaka sono tre e cioè una bambina, una maestra ormai molto anziana e un esponente di mezza età della yakuza. I tre saranno accolti dal fotografo in una stanza, dove è situato un grande orologio con le lancette ferme.
A questo punto Hirasaka gli spiegherà come si svolgerà il tutto, in pratica i suoi ospiti avranno davanti a loro degli enormi scatoloni pieni di foto della loro vita, e dovranno scegliere la loro preferita per ogni anno che hanno vissuto. I tre protagonisti del racconto avranno la possibilità anche di scattare una fotografia del loro ricordo più bello che conserveranno gelosamente.
Hirasaka darà quindi la possibilità ai suoi ospiti di girare la ruota dei loro preziosissimi ricordi e alla fine del libro si scoprirà quali avranno scelti e soprattutto il perché lo hanno fatto.
Il racconto della talentuosa scrittrice mette in luce in modo particolare la figura di Hirasaka, personaggio al contempo magico e misterioso.
La scrittrice con la sua grande capacità narrativa mette sotto la lente d’ingrandimento il grande tema della morte, attraverso però la straripante potenza della vita. Infatti volente o nolente secondo Sakura la vita rimane un’esperienza meravigliosa, per qualsiasi essere umano. Come tutti sappiamo il tema della morte è da sempre molto rilevante nella cultura giapponese. Bisogna sottolineare che mentre la famosa cultura occidentale tratta la questione dell’estinzione della vita sempre con ansia e paura, la tradizione giapponese guarda alla dipartita come qualcosa di magico da affrontare, perché è considerato un viaggio addirittura più importante di quello terreno. La morale del libro è quella che alla fine della fiera, non bisogna avere troppa paura della conclusione del percorso esistenziale. Soprattutto bisogna vivere il proprio tragitto terreno in armonia con se stessi e con tutte le persone che abbiamo scelto e amato. Il libro è consigliato a tutti coloro che prediligono la cultura giapponese, ma anche a tutti quelli che vogliono fare i conti con la propria esistenza e sulla sua inevitabile fine.
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