Il nodo intercettazioni, Cospito e la separazione delle carriere: sono questi alcuni dei nodi sul tavolo del Guardasigilli Carlo Nordio il quale aveva annunciato la riforma del sistema giustizia. Riforma che, però, fa storcere il naso in primis ai magistrati che hanno aspramente criticato le decisioni del Ministro di voler apportare cambiamenti così profondi. Proposte che, qualora si concretizzassero, porterebbero ad una spaccatura insanabile fra l’Esecutivo e i togati.
Il Ministro della Giustizia, durante il suo intervento in occasione dell’apertura dell’anno giudiziario nella Corte d’Appello di Venezia, ha ricordato che c’è un programma elettorale da seguire: “Le riforme che proponiamo – ha detto – saranno fatte attraverso una coniugazione e una concentrazione, spero anche un’assimilazione, di energia con la magistratura, accademie e l’avvocatura. Queste riforme sono certo avverranno in armonia con queste voci”. Eppure la riforma di Nordio non incontra il parere favorevole della Magistratura italiana che alza i toni sui temi “caldi”.
In primis sulla separazione delle carriere, definendola “anacronistica e pericolosa” in quanto la figura del Pubblico Ministero sarebbe confinata a quello di mero accusatore, allontanandolo da una visione di giudizio omogenea a quella dei giudici. Seconda questione è la riforma penale che, secondo le toghe rosse, si tratta di una “depenalizzazione camuffata” invece di procedere ad una razionalizzazione del processo. Altro nodo sono le intercettazioni, soprattutto alla luce dell’arresto del super latitante Matteo Messina Denaro. A tal riguardo, si è pronunciato il Pg di Torino, Francesco Saluzzo: “Trovo straordinario – ha affermato – che in un mondo globalmente interconnesso si stia ragionando sull’abbandono dello strumento che meglio di tutti tiene in contatto gli autori dei reati sul territorio nazionale, da un capo all’altro d’Europa, da un capo all’altro del mondo“.
Pieno appoggio del Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, al suo Guardasigilli: “Ho lungamente parlato – ha dichiarato – con il ministro Nordio nei giorni scorsi, che è impegnato su una riforma molto seria e ampia della giustizia che possa garantire tempi certi e massimo delle garanzie per chi è sotto processo e sotto indagine, ma anche il massimo delle garanzie che quando vieni condannato sconti la pena”.
A tenere banco anche l’istanza di revoca del 41bis per Alfredo Cospito. Il leader di Fai-Fri (Federazione anarchica informale- Fronte rivoluzionario) è responsabile di oltre 50 attentati e dall’ottobre 2022 ha attuato lo sciopero della fame. Adesso tocca allo stesso Nordio decidere se revocare o meno la misura. Intanto, il Ministro è in attesa del parere della Procura antiterrorismo torinese. Se il Guardasigilli non dovesse cedere, il legale di Cospito, Rossi Albertini potrebbe intraprendere la strada giudiziaria o sanitaria, viste le condizioni di salute del condannato.
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