Giornalisti aggrediti con calci e pugni a Castel Volturno
A Castel Volturno giornalisti picchiati con calci e pugni
Alcuni giornalisti, che indagavano sui beni confiscati alla camorra a Castel Volturno, sono stati aggrediti e picchiati con calci e pugni.
La Troupe della trasmissione “Fuori dal Coro” ha subito un aggressione a Castel Volturno, ricevendo calci e pugni alla schiena. Andrea Ruberto, giornalista della trasmissione, si era recato in zona per registrare un sevizio sui beni abusivi confiscati alla camorra. Gli occupanti degli edifici in questione, per non farsi riprendere, hanno aggredito Ruberto e tutta la troupe, danneggiando anche delle attrezzature. Al giornalista, ricoverato in ospedale, hanno dato tre giorni di prognosi riservata.
Il sottosegretario del ministero degli interni, Wanda Ferro, ha dichiarato: “Esprimo la mia solidarietà alla troupe della trasmissione “Fuori dal Coro” di Rete 4, fatta oggetto di una violenta aggressione da parte degli occupanti abusivi di un bene confiscato nel comune di Castel Volturno. Sono certa che verranno individuati, al più presto, i responsabili di un episodio deplorevole , che costituisce anche un grave ed inaccettabile attacco al diritto-dovere di informazione. Il direttore, Mario Giordano e la sua redazione interpretano con professionalità e impegno sul campo su questioni di grande rilievo sociale, come , in questo caso, il tema dell’utilizzo dei beni confiscati alla criminalità su cui c’è la massima attenzione del governo.
La Nota del Sindacato:
” La provincia di Caserta si conferma uno dei territori più pericolosi per i giornalisti, basti pensare che sono ben 4 quelli in Campania costretti a vivere sotto scorta per le minacce del clan dei casalesi. È per questo sempre più urgente ripristinare l’agibilità della professione in quel territorio che ha bisogno di essere illuminato così come hanno fatto i colleghi di Fuori dal coro che evidenziavano un paradosso: lo Stato si impegna nella fondamentale aggressione ai patrimoni delle mafie, ma non riesce a garantire poi il corretto riutilizzo degli stessi beni confiscati. È evidente che esiste un deficit di sicurezza e legalità che finisce per coinvolgere anche il diritto all’informazione.
Il sindacato oltre a segnalare il caso all’osservatorio dedicato del Ministero dell’Interno è pronto a tutelare i colleghi in ogni sede”.
La Federazione Nazionale della Stampa e il Sindacato unitario dei Giornalisti della Campania, hanno espresso solidarietà verso i colleghi aggrediti.
L’incuria degli edifici confiscati
L’incuria e il disinteresse di anni hanno trasformato gran parte degli edifici confiscati in veri e propri tuguri, ricettacoli di immondizia e topi. Molti di questi vengono utilizzati come rifugio dei senza-tetto o di chi vive situazioni di disagio. A Castel Volturno su 111 beni confiscati solo 6 vengono utilizzati. Questo acuisce anche le tensioni sociali, già così forti, in quest’area. In questi territori è evidente un palese fallimento dello Stato. Gli abitanti della zona, addirittura, affermano che si viveva meglio quando c’erano i camorristi”. Infatti, prima dell’intervento dello stato c’era manutenzione, non c’erano sporcizia, topi, occupazioni.
Uno dei pochi esempi di riscatto sociale è la sartoria “Casa di Alice”. Un laboratorio creativo che produce una linea di abbigliamento e accessori in stile africano. Con il marchio “Made in Castel Volturno- Vestiamo la libertà”, promuove i protagonisti dell’impresa e il territorio.
Al contrario il Parco Allocca, che comprende un lago e decine di villette, risulta ancora in gestione dell’Agenzia Nazionale. Sono 34 le villette confiscate e 20 quelle locate, ma in alcuni casi, sono morosi.