Giorgio Napolitano: oggi, martedì 26 settembre 2023, i funerali laici in diretta tv su Rai 1, a partire dalle 11:30. Le esequie di Stato per la prima volta si terranno nell’aula di Montecitorio. Il rito sarà laico e non religioso, questo non comporta l’osservanza di certe regole per il cerimoniale. In aula diverse le presenze istituzionali, anche il Presidente francese Emmanuel Macron. Sono inoltre previsti interventi da parte dell’ex presidente del Consiglio Giuliano Amato, del cardinale Gianfranco Ravasi, di Gianni Letta, Anna Finocchiaro e del commissario europeo Paolo Gentiloni.
Emma Bonino
“Ciò che mi resta più impresso è il suo europeismo convinto e determinato anche quando il suo partito ancora non era così convinto, il suo rapporto controverso ma profondo con Pannella e con Spinelli”. Così la senatrice Emma Bonino, dopo aver reso omaggio al presidente emerito, Giorgio Napolitano, alla camera ardente allestita a Palazzo Madama, insieme a una delegazione di +Europa composta da Riccardo Magi e Benedetto Della Vedova.
Gianfranco Fini
“Giorgio Napolitano ha avuto un rispetto sacrale della Costituzione. A differenza di alcuni predecessori, che hanno inciso nella dialettica tra partiti e in certi casi l’hanno determinata, come Scalfaro o prima ancora Cossiga, mai, neanche una volta ho sentito fare al presidente Napolitano considerazioni o anche solo accenni al dibattito politico- partitico in corso allora”, ha spiegato in un’intervista al Corriere della Sera l’ex presidente della Camera Gianfranco Fini. “La teoria secondo cui l’allora capo dello Stato fosse il regista di un complotto per far cadere Berlusconi con la mia complicità non solo è infondata ma anche offensiva”. “Con falsi racconti degni della spazzatura che continuano a circolare”, sottolinea. “È cosa totalmente falsa. Napolitano non si occupava delle vicende politiche in presenza, figurarsi se l’avrebbe fatto per telefono. Le voglio raccontare alcuni episodi del mio rapporto con lui”.
Massimo D’Alema
“La generazione di Napolitano ha vissuto il rapporto con lo stalinismo in modo drammatico. Noi siamo stati fortunati. Il mio legame col Pci si saldò il giorno in cui ero a Praga: scesi in piazza per protestare contro i carri armati sovietici e arrivò la notizia che il Pci aveva espresso il suo dissenso. Senza quello, non so se sarei rimasto legato a quel partito. Napolitano capì prima di altri e l’apporto importantissimo che ha dato a tutti noi è l’esser stato il primo dirigente comunista ad aver avuto una cultura anglosassone, compresa una conoscenza assai avanzata della lingua inglese”. Così, Massimo D’Alema ricorda – in un’intervista al quotidiano La Stampa – l’ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
“Quando molti anni dopo come Ministro degli Esteri lo accompagnai in visita di Stato a Washington, nel corso del pranzo alla Casa Bianca col presidente Bush, era indiscutibilmente guardato dai suoi interlocutori come una grande personalità, autorevole”.
“Ha incarnato nella forma più alta il nesso tra il Pci e la democrazia italiana, un nesso che resta una caratteristica originale del nostro Paese”, insiste D’Alema. “Come disse Togliatti: non siamo mai stati un accampamento cosacco, ma una parte del popolo italiano. Napolitano lo ha dimostrato nella forma più alta: è stato l’unico dirigente del Pci che nella storia nazionale abbia avuto il ruolo più rilevante nello Stato italiano”. (Fanpage)
Giorgio Napolitano (Napoli, 29 giugno 1925 – Roma, 22 settembre 2023) è stato un politico italiano, 11º presidente della Repubblica dal 15 maggio 2006 al 14 gennaio 2015, il primo eletto per due mandati consecutivi.
Deputato quasi ininterrottamente dal 1953 al 1996, europarlamentare dal 1989 al 1992 e dal 1999 al 2004, fu nominato senatore a vita nel 2005 da Carlo Azeglio Ciampi. Fu presidente della Camera nell’XI legislatura (1992-1994), quando succedette a Oscar Luigi Scalfaro eletto al Quirinale, e ministro dell’interno nel governo Prodi I (1996-1998).
Primo capo dello Stato ex membro del Partito Comunista, il 20 aprile 2013, per la prima volta nella storia repubblicana, fu eletto per un secondo mandato, divenendo così il presidente eletto in età più avanzata (87 anni) e, fino alle dimissioni, il più anziano capo di Stato d’Europa.
Ha conferito l’incarico di governo a cinque presidenti del Consiglio: Romano Prodi (2006-2008), Silvio Berlusconi (2008-2011), Mario Monti (2011-2013), Enrico Letta (2013-2014) e Matteo Renzi (2014-2016); ha nominato cinque giudici della Corte costituzionale (Paolo Grossi nel 2009, Marta Cartabia nel 2011, Giuliano Amato nel 2013, Daria de Pretis e Nicolò Zanon nel 2014) e cinque senatori a vita (Mario Monti il 9 novembre 2011, Renzo Piano, Carlo Rubbia, Elena Cattaneo e Claudio Abbado il 30 agosto 2013).
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