Emesso mandato d’arresto per Vladimir Putin
Emesso mandato d’arresto nei confronti del Presidente russo Vladimir Putin
La Corte penale internazionale ha emesso un mandato d’arresto per Vladimir Putin, accusato per la deportazione di civili dall’Ucraina. Putin che é al sicuro nel territorio russo mentre rischia formalmente l’arresto se varca i confini nazionali. Il mandato, però, “non ha alcun valore legale”, secondo il Cremlino, perché “la Russia, come un certo numero di Stati, non riconosce la giurisdizione di questo tribunale, quindi, dal punto di vista del diritto, le decisioni di questo tribunale sono nulle”, ha spiegato il portavoce del presidente russo, Dmitri Peskov.
La Corte penale internazionale (Cpi) si esprime su crimini di gravità assoluta per la comunità internazionale: genocidio, crimini contro l’umanità e crimini di guerra. La base legale della Corte, che ha sede all’Aia, è costituita dallo Statuto di Roma, adottato nel 1998 ed entrato in vigore nel 2002.
Di cosa è stato accusato precisamente Putin
Secondo quanto si legge su Agenzia Italia AGI Putin, ha spiegato la Cpi, è accusato del “crimine di guerra di deportazione della popolazione” e di “trasferimento illegale della popolazione”, in particolare bambini dalle aree occupate dalle truppe di Mosca in Ucraina dall’inizio della guerra. “Ci sono fondate ragioni”, si legge nel comunicato dall’Aja, “per ritenere che Putin abbia responsabilità penali individuali per i crimini sopra menzionati”.
I giudici della Cpi hanno spiccato un mandato di arresto anche per la commissaria russa per i diritti dei bambini, Maria Lvova-Belova, accusata degli stessi crimini. Dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina, Kiev stima che siano oltre 16 mila i bambini trasferiti forzatamente in Russia o nelle zone occupate.
In precedenza, gli inquirenti delle Nazioni Unite avevano stabilito che la deportazione forzata di bambini ucraini equivaleva a un crimine di guerra. La Commissione d’inchiesta delle Nazioni Unite sull’Ucraina ha affermato che vi sono prove del trasferimento illegale di centinaia di bambini ucraini in Russia.
Il rapporto della Commissione afferma che la Russia ha commesso anche altri crimini di guerra in Ucraina, tra cui attacchi a ospedali, torture, stupri e omicidi volontari. La Russia ha ripetutamente negato di aver commesso crimini durante quella che chiama “operazione militare speciale”.
Le decisioni della CPI non hanno alcun significato per la Russia
“Le decisioni della Corte penale internazionale non hanno alcun significato per la Russia e dal punto di vista legale sono nulle”, ha ribadito la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova, che ha definito “salvezza” la deportazione dei bambini ucraini nei territori russi.
“Chi avrebbe pensato, 15 anni fa, che in Occidente prendersi cura dei bambini, salvarli e curarli sarebbe diventato un reato penale”, ha scritto su Telegram Zakharova. “Tutto però ci stava portando verso questo”, ha continuato, “gli esperimenti dell’Occidente illuminato sulla riassegnazione di genere ai bambini, la persecuzione dei medici che credono che ci siano solo due sessi, la sostituzione di ‘madre’ e ‘padre’ con ‘genitore A’ e ‘genitore B'”. “Non si trattava di sfortunati episodi, ma di una politica di vasta scala dei Paesi Nato”, ha denunciato Zakharova.
Il commento del Presidente ucraino Volodymyr Zelensky e di Biden Presidente USA
“Sarebbe impossibile portare a termine un’operazione così criminale senza l’ordine del massimo leader di questo Stato terrorista” ha commentato Zelensky. “separare i bambini dalle loro famiglie, privarli di ogni possibilità di contattare i loro parenti, nasconderli in territorio russo e disperderli in regioni remote: tutto questo è ovviamente una politica statale, una decisione statale, malvagità statale che inizia proprio con il funzionario più alto in grado di questo Stato”.
Il presidente degli Stati Uniti d’America ha commentato: “L’ordine d’arresto per Vladimir Putin emesso dalla Corte penale internazionale “è giustificato”. Ha inoltre ricordato che la Corte non è riconosciuta dagli Stati Uniti, ma ha aggiunto: “È un segnale forte”. “Chiaramente Putin ha commesso crimini di guerra”.
Il commento di Cuno Tarfusser, ex giudice italiano della Cpi
“Il mandato di arresto della Corte penale internazionale (Cpi) contro Vladimir Putin per “la deportazione illegale” di bambini ucraini “ha più che un valore simbolico. E’ un altro tassello per indebolire il presidente russo e la sua immagine in patria e all’estero”, spiega Cuno Tarfusser, ex giudice italiano della Cpi. “Si tratta di una sanzione giudiziaria, una spada di Damocle giudiziaria che si aggiunge alle sanzioni economiche e al voto all’Onu a larga maggioranza ci condanna della guerra”.
“Il mandato emesso dalla Corte non ha solo un valore simbolico – sottolinea il magistrato – ha sicuramente un valore di accertamento giudiziario che crimini di guerra sono stati commessi, con un timbro giurisdizionale dopo mesi di indagine condotte dai giudici dell’Aja. È invece simbolico dal punto di vista dell’esecutività, non avendo la Russia ratificato lo Statuto di Roma che ha istituito la Corte. Ma anche questo – spiega – ha una limitazione nel fatto che lo spazio di manovra di chi è colpito dal mandato si restringe ulteriormente: Putin non potrà uscire dai confini russi senza rischiare di essere arrestato e consegnato all’Aja”.
Il presidente russo rischia nei 123 Paesi che hanno ratificato lo Statuto, chiarisce Tarfusser, ma anche in quelli che non lo hanno fatto, in base “al principio di cortesia diplomatica”. “Se fossi in Putin – commenta – non andrei in quei Paesi che hanno votato all’Onu la risoluzione di condanna ma non hanno ratificato lo Statuto. E tutto questo non fa che indebolire Putin e la sua immagine”.