Domani a Napoli fa tappa l’International Football Museum
“International Football Museum”: il museo itinerante del calcio sbarca a Napoli
Finalmente dopo due anni di lavoro, il 13 e il 14 novembre l’ “International Football Museum”, presenterà a Napoli il primo museo del calcio itinerante alla presenza dell’ambasciatore d’Israele Dror Eydar. Saranno presenti anche il presidente nazionale della federazione Italia Israele Giuseppe Crimaldi e, Presidente dell’Associazione Italia Israele di Foggia, Cesare Gaudiano, che dichiara: “Permettetemi da foggiano di essere enormemente orgoglioso di tale iniziativa poiché il museo vede nella sua governance quattro persone della ns. città.” Insieme coinvolgono Renato Mariotti presidente dell’ ASDInternational Football Museum, associazione già impegnata in progetti che hanno alla base l’etica nel calcio e per la quale nel 2019 riceve il “Premio Nazionale Fair Play 2019” dal Comitato Nazionale Fair Play, associazione benemerita del CONI. È proprio grazie al lavoro instancabile di Mariotti che è stato possibile realizzare il progetto museale.
Il primo museo itinerante al mondo interamente dedicato allo Sport e la Shoah
“Con l’aiuto del Calcio potremmo far riflettere ancora di più i bambini, i ragazzi, sulla tragedia della Shoah, in particolare sullo sterminio attuato dai nazisti persino dei propri campioni dello sport, in particolare del calcio; campioni con alto senso di appartenenza alla bandiera, “usati” come veicolo di promozione dei regimi totalitari dell’epoca. Sfruttati per “la facciata” e poi barbaramente uccisi solo perché, purtroppo per loro, ebrei, “diversi”.”
Rieducare le nuove generazioni
“Ecco quindi che nasce l’esigenza e, soprattutto, il dovere di “Rieducare le Nuove Generazioni” ai semplici valori fondanti della vita; e perché no facendo semplicemente osservare il Calcio da un’altra prospettiva, sotto un’altra luce che non è quella dei riflettori dei talk-show televisivi o dei grandi stadi del mondo. Al contrario riportando il calcio alle sue vere origini, cioè a quegli aspetti etici, economici, sociali e culturali che ne hanno determinato la nascita, facendone dasfondo, nei vari territori Italiani.”
Una mostra che potrebbe diventare itinerante e coinvolgere le scuole Italiane Primarie e Medie inferiori : “1945-2020 . 75 anni dalla scomparsa dei campioni del calcio nei campi di sterminio”.
Alla fine del 1800 il calcio inizia a diffondersi in Italia; in un paese nel quale il lavoro contadino determinava la crescita e lo sviluppo dell’economia, il calcio, di pari passo, riusciva a catturare l’attenzione trasversale degli appartenenti a tutte le classi sociali.
E’ stata questa l’origine di un fenomeno, non solo sportivo, che nell’immediato secondo dopoguerra ha visto la nascita di migliaia di società dilettantistiche nelle città d’Italia. Attraverso l’attaccamento ai colori sociali della squadra calcistica si è finito per esprimere un senso di appartenenza al proprio territorio maggiore che in ogni altro modo e per mezzo del canale sportivo si sono messi in risalto le tradizioni specifiche delle varie culture. L’appartenenza alla “propria bandiera”.
Ecco che i campioni del calcio, anche se semplicemente campioni della squadretta del proprio paese, diventavano per i bambini icone e personaggi da emulare, anche nei modi di vivere.
Con l’aiuto del Calcio potremmo far riflettere ancora di più i bambini, i ragazzi, sulla tragedia della Shoah, in particolare sullo sterminio attuato dai nazisti persino dei propri campioni dello sport, in particolare del calcio; campioni con altosenso di appartenenza alla bandiera, “usati” come veicolo di promozione dei regimi totalitari dell’epoca. Sfruttati per “la facciata” e poi barbaramente uccisi solo perché, purtroppo per loro, ebrei, “diversi”.
“sport have the power to change the world it has the power to inspire, the power to unite people in a way that little else does”
(Nelson Mandela)