Dichiarato lo stato di emergenza per l’alluvione in Emilia Romagna
Il Consiglio dei Ministri ha dichiarato lo stato di emergenza per la terribile alluvione in Emilia Romagna
Il Consiglio dei Ministri ha dichiarato lo stato di emergenza per la terribile alluvione in Emilia Romagna. Su Meteoweb si legge che sono stati stanziati i primi 10 milioni per interventi immediati.
Su Meteoweb si legge che Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro per la Protezione Civile e le Politiche del Mare, Nello Musumeci, ha deliberato lo stato di emergenza nazionale, a seguito dell’alluvione che, a partire dal giorno 1° maggio, ha colpito in Emilia Romagna il territorio delle province di Reggio-Emilia, di Modena, di Bologna, di Ferrara, di Ravenna e di Forlì-Cesena.
“Il governo sta operando con la massima prontezza – ha dichiarato Musumeci – d’intesa con la Regione, per fronteggiare una grave situazione di pericolo per l’incolumità delle persone e l’evacuazione di numerose famiglie dalle loro abitazioni, a causa di esondazione di corsi d’acqua, smottamento di versanti, allagamenti, movimenti franosi e gravi danneggiamenti alle infrastrutture viarie, ad edifici pubblici e privati, alle opere di difesa idraulica ed alla rete dei servizi essenziali”.
Peraltro – ha aggiunto il Ministro Musumeci – nell’immediatezza dell’evento, avevo firmato il decreto di mobilitazione straordinaria del Servizio nazionale della Protezione Civile. Seguiamo dunque la situazione sin dal primo momento, anche con un sopralluogo aereo del direttore del nostro Dipartimento Fabrizio Curcio. Con il provvedimento di oggi – conclude Musumeci – che ha la durata di 12 mesi, abbiamo anche stanziato 10 milioni di euro per gli interventi più urgenti, d’intesa con la Regione e in deroga alla legislazione vigente”.
La dichiarazione del viceministro Infrastrutture e Trasporti
Galeazzo Bignami, viceministro Infrastrutture e Trasporti dichiara : ““La dichiarazione dello Stato di emergenza decisa dal Governo Meloni a meno di 48 ore dagli avversi eventi atmosferici che hanno colpito la regione Emilia Romagna è la dimostrazione concreta di come l’esecutivo mantenga gli impegni assunti e confermi il sostegno alle persone, alle aziende, alle amministrazioni colpite dall’alluvione. Lo stanziamento di 10 milioni è finalizzato a dare immediate risposte alle situazioni di somma urgenza presenti sul territorio in vista di una quantificazione dei danni che verrà condotta con attenzione da tutte le autorità competenti. Da Emiliano romagnolo non posso che ringraziare il premier Meloni per la prontezza e la concretezza della risposta”.
20 bombe d’acqua in 24 ore
“In un solo giorno sull’Emilia Romagna si sono abbattute ben venti bombe d’acqua, su un territorio reso fragile dalla prolungata siccità, che hanno provocato l’esondazione di fiumi e torrenti che hanno allagato città e campagna con migliaia di coltivazioni, frutteti, serre e vigneti sott’acqua e interi filari di ulivi sradicati dalla furia delle frane“: è quanto emerge dal monitoraggio della Coldiretti sui dati dell’European Severe Weather Database (Eswd) in riferimento all’alluvione che hanno colpito le province di Bologna, Forlì, Cesena e soprattutto Ravenna, la fruit valley italiana.
La furia del maltempo, sottolinea la Coldiretti, “si è scatenata in un 2023 in cui al nord le precipitazioni sono praticamente dimezzate nel primo trimestre (-45%) con i terreni secchi che non sono riusciti ad assorbire l’acqua che è caduta violentemente provocando per scorrimento frane e smottamenti. Oltre al danno immediato sui raccolti persi – evidenzia Coldiretti – l’eccesso di acqua rimasta nei terreni danneggia le radici fino a farle marcire portando a morte le piante che impiegano anni per crescere e diventare di nuovo produttive. Colpiti soprattutto i frutteti come kiwi, susine, pere e mele ma anche vivai, strutture e macchinari con danni per milioni di euro“.
“Serve garantire l’arrivo degli aiuti nel minor tempo possibile e dare a queste zone martoriate la possibilità di riparare i danni e ripartire” afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini che ha visitato le aziende colpite. “Ma é anche necessario investire nei bacini di accumulo che diventano quindi fondamentali per la sicurezza di tutto il nostro Paese, conservando l’acqua in eccesso per ridistribuirla quando serve utilizzando al meglio le risorse del Pnrr, dei fondi di coesione e del REpowerEU.
A fronte di questa situazione climatica – continua Prandini – è infatti strategico intervenire con progetti di lungo respiro che vadano oltre l’emergenza come il piano elaborato dalla Coldiretti con Anbi che punta ad aumentare la raccolta di acqua piovana, oggi ferma all’11%, attraverso la realizzazione di invasi che garantiscano acqua per gli usi civili, per la produzione agricola e per generare energia pulita idroelettrica, aiutando anche la regimazione delle piogge in eccesso nei momenti di maggiori precipitazioni come quello attuale“.
Le evidenti conseguenze dei cambiamenti climatici
“Siamo di fronte alle evidenti conseguenze dei cambiamenti climatici anche in Italia dove l’eccezionalità degli eventi atmosferici è ormai la norma, con una tendenza alla tropicalizzazione che – continua la Coldiretti – si manifesta con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo, con sbalzi termici significativi che compromettono le coltivazioni nei campi con perdite della produzione agricola nazionale e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne che lo scorso anno hanno raggiunto i 6 miliardi di euro“.
Le testimonianze di chi ha perso tutto
“Da 60 anni che abito qui non ho mai visto una cosa del genere”, “Abbiamo perso tutto. Sono venuti a prenderci con i gommoni”. “Siamo rimasti spiazzati, hanno diramato l’allerta sui social, ma non tutti hanno la prontezza di andare a leggere sui social”, “La prevenzione avrebbe evitato questo disastro”.
La conta dei danni é ingente, ora si temono le frane.