Per il Presidente della regione Campania vuol dire spaccare l’Italia, De Luca infatti dice no all’autonomia differenziata. “E’ una proposta inaccettabile”. Ecco la sua dichiarazione pubblicata sito della Regione Campania.
“02/02/2023 – Dichiarazione del Presidente Vincenzo De Luca:
“Non si sfugge alla sensazione che questo rilancio dell’autonomia differenziata in modo così affrettato e ideologizzato risponda a esigenze politiche di partito, e a scadenze elettorali a breve. La bozza di riforma circolata in queste ore è tale da rafforzare tutte le preoccupazioni già avanzate, Preoccupazioni rispetto a una riforma istituzionale tanto inefficace quanto foriera di pericoli gravi per l’unità del Paese. È un vero peccato. L’esigenza di modernizzare l’Italia e il suo sistema economico, amministrativo e istituzionale è una necessità urgente. Per questo, sarebbe necessaria la massima unità e condivisione come precondizione per produrre risultati concreti, senza spaccare l’Italia.
Nel merito, le ragioni che rendono inaccettabile l’ipotesi di autonomia che è stata messa in campo sono:
Vedremo quali decisioni assumerà il Consiglio dei Ministri. I segnali che arrivano non sono rassicuranti. Valuteremo nel merito. Non consentiremo lo smantellamento della sanità pubblica e della scuola pubblica statale. Non consentiremo, in nessuna forma, la spaccatura dell’Italia”.
Il DDL sull’autonomia differenziata, più precisamente “Disposizioni per l’attuazione dell’autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario ai sensi dell’articolo 116, terzo comma, della Costituzione”, è stato approvato dal Cdm all’unanimità. Sono iniziati i primi contrasti, le regioni meridionali si oppongono. Sul sito Rainews le considerazioni dei governatori delle varie regioni.
Il governatore della regione Puglia Michele Emiliano dichiara su sky:” Possiamo accettare un progetto di autonomia differenziata se le Regioni sono messe tutte più o meno sullo stesso livello di partenza, se facciamo un lavoro preliminare di riequilibrio. Se il governo dice che per questo riequilibrio, che costa almeno 50-60 miliardi, non c’è una lira di questa questione dell’autonomia differenziata non se ne può nemmeno parlare”.
“Su cosa noi potremmo essere d’accordo? Sul fatto che lo Stato fa un progetto decennale di riequilibrio tra Nord e Sud basato su diritti uguali per tutti, che si stabilisce che da una certa data, non immediata, le Regioni una volta equiparate possono chiedere materie supplementari. Nulla, a quel punto, vieta di dare più poteri alle Regioni. Oggi però parliamo di intese uniche tra regioni e governo per dare solo ad alcune di esse più poteri. Un’impresa con più sedi, avrebbe in alcune regioni come interlocutore la Regione, in altri lo Stato: sarebbe una follia”.
Emiliano poi ha usato una metafora per descrivere il piano del ministro Calderoli: “La teoria Calderoli è: abbiamo 20 vogatori, per far diventare più forti i vogatori meno efficienti diamo remi più lunghi a quelli più forti. Questa teoria non regge”.
Schifani dice “No a un’Italia a due velocità”
“Come è ormai noto sono contrario all’idea di una Italia a due velocità. Pur nel rispetto della Costituzione sono convinto che prima di tutto sia necessaria una omogeneizzazione degli aspetti infrastrutturali ed economici del nostro Paese. Sui servizi essenziali come sanità e scuola resto convinto che non possono esserci medici o professori più pagati al Nord e meno al Sud”.
“Cittadini e professionisti, a vario titolo, del Mezzogiorno – osserva Schifani – hanno gli stessi diritti di quelli del Nord. Esiste ancora oggi una sperequazione infrastrutturale nel Paese. Poi c’è il tema della insularità, riconosciuta ormai in Costituzione, che è un tema fondamentale nell’ambito della riforma dell’autonomia. È giusto che alle regioni insulari siano date misure compensative per la marginalità geografica in cui sono costretti a vivere milioni di italiani. Bisogna dare concretezza alla norma, ne ho parlato anche col ministro Calderoli che ha annunciato l’approvazione di un’apposita legge di attuazione che consenta di dare corso a quanto previsto dalla norma costituzionale”.
“La bozza Calderoli sull’autonomia differenziata approvata in Consiglio dei ministri è irricevibile e noi siamo pronti alla mobilitazione perché non è stata condivisa con la Conferenza delle Regioni, cosa clamorosa e incredibile, e perché è un’autonomia differenziata che non tiene conto delle nostre proposte e va nella direzione di spaccare il Paese”.
Maurizio Fugatti Presidente provincia autonoma di Trento: “Siamo favorevoli alle richieste delle regioni che chiedono maggiori livelli di autonomia. Non credo che queste richieste rappresentino in alcun modo un ostacolo alla nostra autonomia, che ha solide basi statutarie e ancoraggi internazionali. La crescita dell’autonomia in altri territori può rappresentare un’occasione importante di buon autogoverno, di cui noi siamo un modello. Inoltre, ciò legittima anche la nostra autonomia di fronte alle spinte centraliste”.
Giovanni Toti Presidente della regione Liguria: “Se diamo maggiore autonomia ai governi locali rispetto al governo nazionale, forse riusciremo ad appianare le differenze: ogni Regione valorizzerà le chiavi di volta dei propri territori per crescere ed essere più competitiva. La competitività di un territorio dipende anche dalla competizione che può avere con altri territori: responsabilità chiare, decisioni chiare e le regioni provano a competere sul libero mercato delle idee e dello sviluppo. Il fatto che ogni territorio abbia la liberà di puntare sul proprio modello di sviluppo, valorizzando le proprie peculiarità, credo sia la parte buona di tutto questo”.
Luca Zaia Presidente del Veneto: “È una bellissima notizia che fa di oggi una giornata storica. Oggi diamo corso alla volontà dei Padri costituenti che scrissero la Carta costituzionale in vigore dal ’48 e ai dettami della modifica del titolo quinto. Ma non è il traguardo di un percorso; è l’inizio. Si apre una grande sfida per questo Paese perché stiamo scrivendo una vera e propria pagina di storia”.
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