Il leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, si oppone fermamente alla Manovra 2023 e al decreto Rave. Ancora una volta l’ex Premier ha scelto i propri profili social per esprimere tutto il disappunto in merito alle decisioni dell’Esecutivo Meloni. Ieri, nella diretta trasmessa dalla Camera dei Deputati, Conte ha comunicato ai suoi sostenitori le preoccupazioni e le perplessità riguardo alla Legge di Bilancio, fresca di approvazione del Senato, ed oggetto di forti critiche nei giorni scorsi da parte degli stessi grillini.
Non ha usato mezzi termini il leader dei pentastellati per definire la neo Legge di Bilancio, il cui pacchetto di misure così stringente rischia di aumentare il divario fra i ricchi e le fasce deboli: “Il Movimento 5 Stelle ha lavorato fino all’alba per opporsi al piano scellerato di questa maggioranza. – ha affermato – Una manovra che abbiamo contestato fin dalla sua impostazione che ci riporta ai tempi che, credevamo superati, dell’austerità. Sta accompagnando il Paese in recessione e peraltro contiene misure che giudichiamo assai inique e che rischiano di allagare le disuguaglianze acuite dalla situazione emergenziale”.
Conte, inoltre, ha stroncato in pieno il decreto Rave in attesa di approvazione nelle prossime ore. Secondo il leader grillino, se il provvedimento ottenesse il via libera, tutti gli sforzi fatti finora per contrastare la criminalità organizzata andrebbero in fumo: “Stiamo passando dalla Legge Spazzacorrotti, introdotta dal Ministro Bonafede, al piano Salvacorrotti. – ha detto – Il 90% delle truffe riguardano gli appalti, mazzette, responsabilità erariali ed amministrative della Pubblica Amministrazione. Meno l’1% riguardano le truffe sul Reddito di Cittadinanza. Eppure una campagna mediatica massiccia ossessiva spinta dalle forze politiche, da Italia Viva a Fratelli D’Italia, ha fatto credere a tutti che il problema truffe sia concentrato nel Reddito di Cittadinanza“.
Peraltro, l’ex Presidente del Consiglio ha dichiarato che questo decreto, così come formulato, non solo risulterebbe vantaggioso per i condannati per i reati più gravi contro la P.A. i quali potrebbero ottenere benefici penitenziari e scarcerazioni senza aver bisogno di collaborare con la giustizia, ma rafforzerebbe anche la cultura dell’omertà: “Una sinergia, quella che si sta prefigurando, fra chi sta offrendo una stampella al Governo, parlo di Renzi e Calenda, e il Governo. – ha asserito – Una strategia che non è nuova. L’abbiamo già toccata con mano per l’estensione dei benefici penitenziari per i condannati ad associazione a delinquere finalizzati ai reati contro la Pubblica Amministrazione. Vogliono abolire l’abuso d’ufficio che è stato già modificato per due volte. L’ultima volta l’abbiamo modificato con il mio Governo”.
A detta del pentastellato, nel decreto sono contenute diverse strette che favorirebbero le mafie e le reti corruttive, in primis la stretta sull’uso delle intercettazioni e la modifica del codice degli appalti che consentirebbe alle stazioni appaltanti non qualificate e prive di competenze sufficienti a gestire gli affidamenti diretti, senza nessuna gara, fondi fino a 500 mila euro. Una misura che se si dovesse concretizzare, coinvolgerebbe circa il 90% degli appalti in Italia con la possibilità di subappaltare a cascata. Tra le misure che fanno più discutere c’è la separazione delle carriere fra l’organo requirente (il Pubblico Ministero) da quello giudicante e l’uso del contante fino a 5.000 euro.
“Dobbiamo contrastare – ha sottolineato Conte – tutto questo perché abbiamo sofferto tanto, tutta la comunità nazionale ha affrontato un’emergenza economico-sociale molto impegnativa come la sfida pandemica. Adesso c’è la sfida dell’inflazione, del caro bollette e del caro energia. Abbiamo un Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza da realizzare. Sono soldi che abbiamo portato con il mio Governo in Italia. Non possiamo permetterci di perdere un euro“.
L’ex Premier ha ribadito altresì la necessità di un operato che sia sempre più trasparente, in particolare alla luce del Qatar-gate: “Abbiamo bisogno di trasparenza, – ha aggiunto – legalità e competenze soprattutto dopo lo scandalo di bustone e mazzette del Qatar-gate”.
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