Continua a far discutere la manovra di Bilancio 2023, il cui voto di fiducia è previsto per oggi con Giuseppe Conte sempre più agguerrito. Il leader del Movimento 5 Stelle, scende in campo in prima persona contro gli emendamenti approvati dalla Commissione Bilancio della Camera. Già ieri pomeriggio l’ex premier aveva definito il provvedimento “grave e indecente” e promettendo di spiegare ai propri sostenitori cosa stesse accadendo realmente in queste ore decisive per il Paese tramite una diretta sui propri social.
In serata l’ex Premier, collegato dalla Camera dei Deputati insieme ai parlamentari grillini, si è scagliato duramente contro l’Esecutivo e il suo modus operandi. “La manovra di Bilancio – ha affermato Conte – è arrivata in commissione di Bilancio il 15 dicembre ma dal 15 dicembre ad oggi non è stata possibile esaminarla approfonditamente perché il Governo l’ha pressoché riscritta per interi blocchi dove abbiamo già detto che, quello che era un maxi emendamento che doveva arrivare tutto insieme, è arrivato spacchettato. Sono arrivati cinque pacchetti di maxi e medi emendamenti – ha proseguito – e addirittura il Governo non ha consentito di votare da subito, quindi siamo stati in commissione di Bilancio per giorno e notte ma di fatto il Governo ha chiesto l’accantonamento dei suoi stessi emendamenti perché non aveva le idee chiare”.
Secondo il pentastellato, troppe le correzioni effettuate in maniera del tutto errata: “Ci hanno portato emendamenti corretti – ha detto – come quelli sul Pos e sul contante riscritti in modo errato, ci hanno pensato e ripensato. Hanno firmato emendamenti sullo scudo penale per quanto riguarda reati anche importanti, tributari, e non li hanno depositati”.
Dunque, un rallentamento che ha inciso notevolmente sui tempi di discussione, non consentendo di intervenire in tempi celeri per aiutare i soggetti più colpiti dalla forte crisi economica in atto.
Conte, quindi, boccia in toto la manovra e punta il dito contro il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni: “Una manovra assolutamente recessiva per il Paese, oltre per l’impostazione e nel merito delle singole misure. – ha dichiarato – Recessiva nel complesso perché ha abbracciato il segno dell’austerity. Il Presidente Meloni aveva annunciato sfracelli in Europa per difendere l’interesse nazionale ma francamente ha avuto il plauso dei falchi del rigore europeo a partire da Dombrovskis”.
Il leader del M5S ha aggiunto: “E’ una manovra che si accanisce contro chi ha poco o nulla. Lo vediamo con i percettori del Reddito di Cittadinanza. Un sistema di protezione sociale assolutamente necessario e questo accanimento è terribile. Addirittura si è anticipato questo taglio di intervento sulla congruità dell’offerta e questo va contro qualsiasi scala sociale, storia professionale e ogni singolo lavoratore”.
Inoltre, Conte ha rimarcato l’assenza di interventi concernenti la crescita delle imprese italiane, la modifica del salario minimo e il taglio sul cuneo, oltre a considerare “non adeguata” la rivalutazione sulle pensioni.
“Noi ci batteremo sempre e comunque perché il disegno recessivo a favore dei ricchi e per un impoverimento sempre più spiccato per i poveri, non si realizzi in questo Paese“, ha concluso l’ex Premier.
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