Con il documentario “Il mio amico Massimo”, l’attore napoletano torna nei cinema di Napoli. Era il lontano 4 giugno 1994 quando Massimo Troisi scomparve, Lasciando
un vuoto incolmabile nel cuore dei napoletani. A distanza, quindi, di quasi 30 anni possiamo rivedere Troisi attraverso gli occhi delle persone che lo hanno conosciuto.
Dal 15 al 21 dicembre nei cinema di Napoli sarà trasmesso il docufilm “Il mio amico Massimo” diretto da Alessandro Bencivenga e distribuito dalla Lucky Red. Il regista, di origine Casertana, ha raccolto le testimonianze di molte persone note che hanno conosciuto Massimo Troisi. Mariagrazia Cucinotta, Carlo Verdone, Pippo Baudo, Renzo Arbore, sono solo alcuni dei personaggi noti che hanno parlato, con emozione, del “nostro amico Massimo”. Tutti coloro che hanno partecipato a questo docufilm, sono accomunati dal sorriso mentre parlano del compianto attore napoletano. Massimo era l’amico di tutti e da tutti era amato. Nel documentario si parte dagli esordi con la “mitica” Smorfia e si ripercorre la carriera attraverso le varie interviste e i ricordi di chi lo ha conosciuto o ha lavorato con lui. La voce narrante è di Lello Arena, suo carissimo amico di infanzia e protagonista , insieme a Enzo Decaro, degli sketch della “Smorfia”. Il trio nacque negli anni ’70. Originariamente il trio era denominato “i Saraceni”, poi quando lasciarono la periferia, per il debutto al Sancarluccio, Decaro convinse i suoi amici a chiamarlo “La Smorfia”. Purtroppo si “sciolsero” prematuramente. Secondo quanto dichiarato da Decaro, in un’intervista rilasciata ad Enrico Ruggeri a Radio 24, i motivi furono molteplici, ma in primis l’immaturità ha giocato un ruolo importante. Ragion per cui , forse, Decaro non compare in questo docufilm. A parlare della smorfia troviamo i comici Figarra e Picone. I due attori , infatti , attualmente sono a teatro con Lello Arena a cimentarsi proprio con gli sketch della “Smorfia”. Quindi , si potrebbe dire che la loro conoscenza di Troisi è stata “postuma”.
Grazie ad Anna Pavignano, compagna di vita e di lavoro di Troisi sono nati un documentario ed un film. Il primo porta il titolo “Laggiù qualcuno mi ama” e nasce dalla collaborazione di Mario Martone, Anna Pavignano e Mauro Berardi. Dalle menti brillanti ed un cuore pulsante di una sceneggiatrice, un regista ed un produttore, è nato un docufilm molto emozionante. Il 19 Febbraio 2023 sarà nelle sale cinematografiche e si potrà “godere” di contenuti, documenti inediti e testimonianze genuine di amici e colleghi. In questo documentario potremmo ammirare la genialità dell’artista napoletano, ma anche emozionarci con le testimonianze. Si traccia un “ritratto” originale di Troisi, rendendo la sua popolarità ancora più universale. Il film, invece, si intitola “Da domani mi alzo tardi”. Tratto dall’omonimo romanzo di Anna Pavignano è stato presentato nel corso della ventesima edizione del premio Troisi a San Giorgio a Cremano. Il protagonista è l’attore John Lynch, originario di Trivento, paese nel quale è cittadino onorario. Le musiche inedite di Pino Daniele, come sempre, accompagnano il film. Stefano Veneruso, nipote di Troisi, ha raccontato nelle riprese, ricordi personali e di famiglia. Dal romanzo della Pavignano l’idea del film è nata del tutto spontanea e naturale. Veneruso ha scoperto un Troisi sconosciuto, un uomo di sentimenti forti. La scelta del protagonista (John Lynch) è avventa per evitare di fare una imitazione, anche perché sarebbe stata una brutta imitazione. Infatti si racconta un Troisi che non è morto e che quindi ha superato l’età matura, si è ritirato e decide di tornare a fare cinema. Si aspetta l’uscita nelle sale al più presto. Grazie ad Anna Pavignano il ricordo di questo geniale attore resta vivo in tutti quelli che lo hanno ammirato e amato.
Nei documentari dedicati al nostro amico Massimo non può mancare il ricordo di Roberto Benigni. Amico e coprotagonista di uno dei più divertenti film della storia del cinema italiano: “Non ci resta che piangere”. In un programma di Renzo Arbore, Benigni dedicò dei versi ricchi di sentimento, al suo amico Massimo. I versi si concludono così : “O Massimino, io ti tengo in serbo fra ciò che il mondo dona di più caro. Ha fatto più miracoli il tuo verbo di quello dell’amato San Gennaro”. La mente di tutti non può fare a meno di tornare alle immagini del Postino: un Massimo Troisi con il volto scavato, il corpo esile e stanco, e la tristezza avvolge ognuno di noi, perché sappiamo che era “il suo ultimo saluto al mondo”. Per i napoletani Massimo Troisi sarà sempre un “pezzo del cuore di Napoli”, per il mondo intero un uomo semplice, che per amore del suo lavoro ha sacrificato la vita. Il Postino continua a percorrere le vie del cielo in sella alla sua bici.
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