Codice Rosso: Come la legge tutela le donne vittime di violenza domestica e di genere
Il Codice Rosso come tutela delle donne
Il Codice Rosso è la riforma che modifica le norme in materia di tutela delle donne vittime di violenza domestica e di genere. La riforma , emanata con la legge 69 del 2019, è in vigore dal 9 agosto dello stesso anno, prevede modifiche al Codice penale , al Codice di procedura penale e altre disposizioni in materia di tutela delle vittime di violenza domestica e di genere.
Tale legge tutela le donne e le figure deboli che subiscono violenze, per atti persecutori e maltrattamenti. Il Codice Rosso è uno strumento investigativo e giudiziario, che permette alle vittime di violenza domestica o di genere ( per la maggior parte donne e minori), di essere sentite “obbligatoriamente” dai pubblici ministeri, e di urgenza, entro tre giorni. Il tutto partendo dall’iscrizione dei fatti denunciati nel registro delle notizie di reato. Altrimenti l’indagine non potrà essere chiusa.
Per cui questa legge prevede che, denunciati tali reati, potranno essere applicati con maggior rapidità alcuni provvedimenti di protezione per le vittime.
La polizia giudiziaria, dopo aver acquisito la notizia di reato, dovrà riferire immediatamente al Pubblico Ministero (anche in forma orale), il quale a sua volta, entro tre giorni dall’iscrizione di detta notizia di reato, dovrà assumere informazione dalla persona offesa.
In riferimento alle materie cautelari e di prevenzione, sono state apportate importanti modifiche: divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa; introduzione di procedure di controllo con l’uso del braccialetto elettronico o di altri strumenti analoghi; estensione delle misure di prevenzione anche al reato di maltrattamenti contro familiari.
Inoltre sono annoverati altri delitti:
- Il Delitto di diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti senza il consenso delle persone rappresentate: “revenge porn”;
- Il Delitto di deformazione dell’aspetto della persona mediante lesioni permanenti al viso: “sfregio”;
- Il Delitto di costrizione o induzione al matrimonio;
- Il Reato di violazione del divieto di allontanamento dalla casa familiare e di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa. Inoltre, per alcuni delitti, come la violenza sessuale, la vittima può sporgere querela fino a 12 mesi.
Come viene applicato il Codice Rosso
Nei giorni scorsi, in pieno centro a Napoli, è avvenuto un fatto dove il Codice Rosso era stato applicato. Una coppia litigava nei pressi di una fermata di autobus che si trovava di fronte alla Caserma dei Carabinieri. Le persone in attesa sotto la pensilina e due donne che erano di passaggio, sono intervenute a difendere una ragazza che veniva insultata e strattonata. La ragazza in questione era terrorizzata e gridava al suo “compagno” di “andarsene” e di “lasciarla in pace”. Alle donne intervenute, ha raccontato di avere 24 anni e di avere una relazione con questo uomo violento da circa 18 mesi.
Aveva interrotto la relazione qualche mese fa, ma presa da faccende familiari che l’avevano resa fragile, ha ceduto alle richieste di quest’uomo che voleva riallacciare i rapporti. Non sono mancati precedenti atti di violenza nei suoi confronti, per cui la persona offesa aveva già denunciato due volte. Ragion per cui nei suoi confronti era scattato il Codice Rosso.
Veniamo ai fatti. Mentre una parte delle donne faceva da scudo alla ragazza, il restante cercava di far ragionare l’uomo, invitandolo ad andarsene. Lui (con tipiche caratteristiche di un Narcisista patologico), con uno sguardo freddo ma lucido, era sordo a qualsiasi parola e passava dal tono pacato e tranquillo ad un atteggiamento violento , seguito da varie minacce sia verso la ragazza che verso chi gli diceva qualcosa che lo irritava.
Istintivamente una delle donne che era di passaggio è andata a bussare alla caserma dei Carabinieri affinchè intervenissero, ma non essendo presente personale operativo, hanno risposto che avrebbero mandato una volante al più presto. Il tempo passava e la situazione si scaldava sempre di più. La ragazza ha raccontato che prima di giungere alla fermata dell’autobus, il compagno l’aveva picchiata nella sua abitazione per cui lei era uscita di casa per sfuggirgli. Ma lui, con fare persecutorio, l’aveva inseguita e afferrata una volta arrivata nei pressi della suddetta fermata.
Da quello che ha raccontato la persona offesa, emergono due storie di due persone con situazioni familiari abbastanza critiche. Per cui lei appariva come una persona fragile e senza riferimenti stabili nei rapporti familiari, lui, 25 anni, un pregiudicato con due figli a carico, frutto di una precedente relazione.
Dopo due ore, e tre telefonate (due al 112 e una al 113) è arrivata una pattuglia della polizia. I due non erano sconosciuti alle forze dell’ordine, in quanto le precedenti denunce le aveva raccolte proprio uno dei poliziotti che era giunto sul posto. La cosa preoccupante è stata l’attesa delle forze dell’ordine. In due ore poteva accadere qualsiasi cosa. In più occasioni le donne hanno dovuto trattenere il ragazzo che passava da parole “dolci” a minacce non proprio ” velate”. Anzi le minacce erano fin troppo esplicite al punto da spaventare anche le donne presenti.
Dopo la prima ora è arrivato un autobus per cui tutte le persone presenti sotto la pensilina sono andate via. A gestire la delicata situazione “amorosa” sono rimaste le due donne che erano di passaggio. Quell’ora di attesa per loro è stata veramente pesante. Ogni minuto di attesa poteva rappresentare l’occasione per il ragazzo di aggredire la sua ragazza. A nulla sono valse le parole di conforto per farlo calmare. Per lui quella ragazza era di sua proprietà e l’unico modo che conosceva per farsi rispettare era la violenza. Nell’ultima chiamata al 113 la donna aveva sottolineato (con estrema drammaticità) quanto fosse importante intervenire presto per evitare che si sfociasse nell’ennesima violenza su una donna.
Dall’altro lato la risposta è stata: ” Dovete avere pazienza. Noi abbiamo sollecitato. La volante arriverà appena possibile”.
In questi casi le forze dell’ordine dovrebbero arrivare velocemente proprio per evitare l’ennesimo reato di “femminicidio”. Se le due donne non si fossero trattenute fino all’arrivo della polizia facendo da scudo alla ragazza e cercando di mantenere calmo “il mostro”,a questa ora la ragazza sarebbe solo l’ennesima vittima di un narcisista che è riuscito ad annientare la sua “preda”.
Dopo le deposizioni, il rapporto della polizia, e la chiamata al magistrato il ragazzo è stato caricato nella macchina della polizia e la ragazza è stata accompagnata dalle due donna nella caserma più vicina. Nonostante il Codice Rosso la ragazza resta comunque in pericolo di vita. Anche se “il mostro” è stato trattenuto in caserma, chi ci assicura che una volta uscito non porti a termine il suo “piano diabolico”?
La ragazza, senza il sostegno di qualcuno in grado di proteggerla e sostenerla, come potrà mai sopravvivere? Anche se il Codice Rosso tutela relativamente di più rispetto a prima, resta il fatto che senza prove concrete (sfregio, danni fisici gravi, o decesso), la polizia non può intervenire in modo drastico. Le parole raggelanti di uno dei poliziotti, infatti, sono state: “Noi più di questo non possiamo fare”.
Quando dopo l’ennesima lite, la ragazza rimarrà esanime a terra, le denunce, il Codice Rosso, e il grido di aiuto della vittima a cosa saranno serviti???
La speranza è che almeno le diverse associazioni che tutelano le donne vittime di violenza siano in grado di salvare quante più donne possibile da wuesto incubo che purtroppo prevede solo un finale. A tal proposito ricordiamo il numero verde 1522 a disposizione di tutte le vittime di violenza o stalking.