Casoria: Ferrari in sosta su uno stallo disabili, la lite sul web
Filmata una Ferrari in sosta su uno stallo disabili a Casoria, si scatena la lite sul web
Presso il parcheggio di un centro commerciale a Casoria, è stata filmata una Ferrari in sosta su uno stallo disabili. Un passante nota la potenziale infrazione e invece di contattare l’autorità competente, ha deciso di scattare foto e selfie della vettura. Queste immagini sono poi state inviate anche al consigliere regionale dei Verdi Francesco Emilio Borrelli. L’auto non aveva nessun tagliando che comprovasse la presenza di un soggetto con disabilità. Borrelli avvia le indagini e spiega, insieme al consigliere comunale di Casoria Salvatore Iavarone:
“Stiamo verificando la segnalazione con la Polizia Municipale per risalire al proprietario del bolide e per conoscere se avesse diritto o meno a parcheggiare nello stallo riservato alle persone con disabilità. In caso di esito negativo, ci auguriamo che venga multato e auspichiamo che chieda scusa pubblicamente. Non possiamo consentire che le più basilari regole del buon vivere civile vengano continuamente calpestate da chi pensa di essere al di sopra di tutto e tutti. I diritti delle persone con disabilità vanno tutelati. Con Europa Verde siamo sempre stati al loro fianco e insieme abbiamo combattuto molte battaglie. Purtroppo non è la prima volta che pizzichiamo questi incivili in comportamenti simili, ma non arretreremo di un millimetro, denunceremo sempre queste assurde inciviltà”.
Si accerta l’identità del proprietario del bolide
Dalle indagini è emerso che, il proprietario della Ferrari è l’imprenditore Pino Bozza, titolare del ristorante “Antonio la Trippa” e di altri esercizi commerciali a Napoli. La furiosa lite si scatena quando il consigliere Emilio Borrelli pubblica su Facebook il video in cui si vede la Ferrari parcheggiare in sosta disabili. L’imprenditore ha immediatamente reagito sul suo Instagram story, alterandosi e attaccando verbalmente il consigliere, utilizzando anche toni pesanti.
La dichiarazione di Bozza rilasciata nell’intervista su fanpage.it
L’imprenditore Bozza, ha rilasciato la sua testimonianza intervistato da Fanpage.it. “Ho accostato l’auto nel posto disabili per salutare una persona. Abbiamo scattato una foto e sono risalito in auto per andare via. Dal video postato dal consigliere su Facebook è nato un putiferio – racconta Bozza -. La cosa che più mi ha fatto male è stato vedere la cattiveria delle persone. Alcuni mi hanno augurato di avere un incidente e di diventare disabile, altri mi hanno definito il tumore di Napoli: mi ha fatto apparire per una persona che non credo di essere“. “Chiedo scusa – conclude Bozza – ma non volevo mancare di rispetto a nessuno”.
In merito a Borrelli Bozza dice: “Ho usato dei toni pessimi e di questo chiedo scusa. Ma dovrebbe chiedere scusa prima lui a me: ha sciacallato sulla mia persona e sul mio lavoro, non avendo rispetto non solo della mia attività, ma di tutti i miei dipendenti. Non è così che deve fare il suo lavoro, dal momento che ha un posto politico di rilievo. Credo di essere stato attaccato perché ho la Ferrari, per quello che rappresenta. Io di certo devo e voglio chiedergli scusa per i toni che ho usato nei suoi confronti. Credo che però debba chiedere scusa prima lui a me per come ha strumentalizzato la mia persona e il mio lavoro”.
Il gesto di Bozza si conclude con l’invito a Borrelli presso uno dei suoi ristoranti. Si placherà questa polemica? Si spera che i due possano trovare in maniera civile un punto d’incontro, magari davanti ad un piatto di spaghetti e un buon bicchiere di vino. L’argomento viene affrontato sempre più spesso in quanto puntualmente e senza alcun rispetto, continuano le soste selvagge sugli stalli disabili. Conviene conoscere cosa dice la legge in materia
Cosa dice l’art.188 del Codice della Strada
La normativa riguardante il divieto di sosta nelle aree riservate i disabili è contenuta nell’articolo 188 del Codice della Strada. L’articolo ha subito 12 modifiche negli ultimi 25 anni, vediamo allora cosa riporta la versione attualmente in vigore.
- Per la circolazione e la sosta dei veicoli al servizio delle persone invalide gli enti proprietari della strada sono tenuti ad allestire e mantenere apposite strutture, nonchè la segnaletica necessaria, per consentire ed agevolare la mobilità di esse, secondo quanto stabilito nel regolamento.
- I soggetti legittimati ad usufruire delle strutture di cui al comma 1 sono autorizzati dal sindaco del comune di residenza nei casi e con limiti determinati dal regolamento e con le formalità nel medesimo indicate.
- I veicoli al servizio di persone invalide autorizzate a norma del comma 2 non sono tenuti all’obbligo del rispetto dei limiti di tempo se lasciati in sosta nelle aree di parcheggio a tempo determinato.
- Chiunque usufruisce delle strutture di cui al comma 1, senza avere l’autorizzazione prescritta dal comma 2 o ne faccia uso improprio, è soggetto alla sanzione amministrativa del pagamento di una somma da 168 a 672 €.
- Chiunque usa delle strutture di cui al comma 1, pur avendone diritto, ma non osservando le condizioni ed i limiti indicati nell’autorizzazione prescritta dal comma 2 è soggetto alla sanzione amministrativa del pagamento di una somma da € 42 a € 173.
Le sanzioni previste per chi sosta senza averne diritto
Oltre alle multe già citate nell’articolo 188 e che vanno da un minimo di 168 a 672 €, c’é anche la decurtazione di 6 punti dalla patente.
La sentenza 17794 del 07/04/20172 della Corte di Cassazione ha stabilito che che parcheggiare sullo spazio riservato al soggetto disabile integra gli estremi del reato di violenza privata. Un soggetto che parcheggia la propria auto in uno spazio riservato ad una disabile, impedendo a quest’ultima di usufruire del parcheggio riservatole.
Posteggiare l’auto nello spazio riservato a quest’ultimo, ove solamente a lui è consentito lasciare il mezzo, costituisce una condotta penalmente rilevante la libertà morale dell’avente diritto ed è riconducibile all’interno dell’art. 610 c.p. In questo caso, è possibile applicare la sanzione penale della reclusione fino a quattro anni.