Il caso Emanuela Orlandi si infittisce, emergono nuovi indizi, Pietro infatti dichiara: “Papa Wojtyla sapeva tutto”. “Secondo me anche Ratzinger e Papa Francesco erano a conoscenza dei fatti” sostiene il fratello di Emanuela. La settimana scorsa, martedì 11 aprile, Pietro Orlandi, ha incontrato per la prima volta il promotore di giustizia Diddi che ha aperto l’inchiesta sulla scomparsa di Emanuela avvenuta il 22 giugno 1983. L’incontro é durato 8 ore. Pietro viene invitato nella trasmissione su la7 “dimartedì” condotta da Giovanni Floris dove é stato fatto ascoltare a tutti, un audio sconcertante, in cui si cita Papa Wojtyla.
Floris chiede a Pietro: “Lei ha del materiale raccolto in tutti questi anni, tra cui una registrazione che ha fatto sentire anche al Promotore di Giustizia Diddi. In questa registrazione avvenuta in chat tra due cellulari del Vaticano, in cui si parla dei documenti su Emanuela, sui Tombaroli chiamati per risolvere un problema, ci si premura di non informare il capo della gendarmeria e si sottolinea che il Cardinale Abril é già a conoscenza di tutto. Lei ha consegnato queste chat al Promotore di giustizia”.
Pietro Orlandi risponde: “Si, ho potuto finalmente consegnare queste chat e fare anche i nomi dei coinvolti ed ho chiesto che queste persone vengano ascoltate, perché in questa chat dicono delle cose molto importanti e quindi é giusto che si faccia chiarezza”.
“De Pedis é sepolto lì per grazia ricevuta. Ma non per quello che dice quella pazza della Minardi. Allora, Wojtyla……..(qui ci sono dei bip) pure insieme se le portava a letto, non so dove se le portava, all’interno del Vaticano. Quando é diventata una cosa che ormai era diventata una schifezza, il Segretario di Stato ha deciso di intervenire, ma non dicendo a Wojtyla ‘mo le levo da mezzo’, si é rivolto a chi? A lui. Essendo esperto del carcere, perché faceva il cappellano al riformatorio e poi al carcere, si é rivolto ai cappellani del carcere. I cappellani del carcere, uno era calabrese e l’altro un furbacchione, un certo Luigi e un certo Padre Pietro, non hanno fatto altro che chiamare De Pedis e gli hanno detto ‘Sta succedendo questo, ci puoi dare una mano? Punto. Il resto sono tutte cazzate”.
Pietro dopo l’audio interviene dicendo: “In quest’audio ora sono stati messi dei bip, ma sono stati fatti dei forti riferimenti a Papa Wojtyla in cui ci sono su di lui delle accuse molto gravi. Questa persona va assolutamente ascoltata per capire se ha delle prove e come é uscita fuori questa situazione. Mi dicono inoltre che Wojtyla la sera, ogni tanto, se ne usciva in macchina con due suoi amici monsignori polacchi, se ne andava in giro, mi dicono ‘sicuramente perché aveva bisogno di respirare una boccata d’aria perché il pontificato era pesante’, qualche dubbio mi viene. Qualcuno mi dice addirittura che ‘non andava di certo a benedire le case’. Io non voglio dichiarare che Papa Wojtyla fosse coinvolto nella pedofilia, ma parlando con un vescovo anche lui ha affermato che probabilmente potrebbero essere coinvolte persone molto più su dei cardinali, per questo ho chiesto di indagare alla luce di questi indizi, bisogna fare chiarezza.”
Papa Francesco disse a Pietro: “Emanuela sta in celo“, dopo questa affermazione “non possono più dire di non essere a conoscenza dei fatti.” “Purtroppo c’è chi rema contro e fa di tutto per far sì che la verità non venga fuori”, ha detto ancora Orlandi.
Su Rainews si legge: “Certo di interpretare i sentimenti dei fedeli di tutto il mondo, rivolgo un pensiero grato alla memoria di San Giovanni Paolo II, in questi giorni oggetto di illazioni offensive e infondate”, ha detto Papa Francesco ieri al Regina Caeli. A tale pensiero si unisce anche la presidenza della Cei, a nome dei Vescovi italiani.
In difesa di Giovanni Paolo II si leva anche la voce di don Patriciello, parroco di Caivano.
“Ho scritto una lettera aperta al fratello della cara, carissima Emanuela Orlandi dicendo, se sai qualcosa parla, però insinuazioni, illazioni no. San Giovanni Paolo II è un patrimonio dell’umanità, è un gigante, è un Santo della nostra Chiesa, noi lo amiamo”, ha detto il prete anti-camorra, commentando a caldo le parole pronunciate da Papa Francesco su Wojtyla nel programma “A sua immagine“.
“Noi siamo contenti di questa inchiesta. Aspettiamo – è l’esortazione di don Patriciello – La famiglia Orlandi ha ragione ad essere addolorata e anche un po’ delusa ma adesso aspettiamo le cose come vanno senza macchine del fango, perché le parole una volta lanciate pesano come macigni”, aggiunge il parroco dicendosi “convinto che Pietro non voleva offendere nessuno”.
“L’augurio -conclude il parroco- è che tutti noi possiamo cercare la verità, che è un diritto e, per noi, un dovere, e la cerchiamo insieme a loro”.
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