Casal di Principe: Mattarella visita la tomba di don Peppe Diana
Oggi 21 marzo, giornata in memoria delle vittime di mafia, Mattarella a Casal di Principe
Oggi 21 marzo 2023, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, é giunto a Casal di Principe per visitare la tomba di don Peppe Diana. In onore della giornata in memoria delle vittime di mafia e Mattarella ha voluto omaggiare la provincia casertana con la sua visita. Dapprima si è recato alla tomba di don Peppe Diana, prete assassinato dalla camorra nel 1994, subito dopo ha raggiunto l’Istituto scolastico Guido Carli.
Chi era don Peppe Diana
Giuseppe Diana, chiamato anche Peppe Diana, è stato un presbitero, insegnante, attivista e scout italiano, assassinato dalla camorra per il suo impegno antimafia. Il suo impegno civile e religioso contro la camorra ha lasciato un profondo segno nella società campana. Giuseppe Diana nasce a Casal di Principe, in provincia di Caserta, da una famiglia di proprietari terrieri. Nel 1968 entra nel seminario di Aversa: vi frequenta la scuola media e il liceo classico. Successivamente continua gli studi teologici nel seminario di Posillipo, sede della Pontificia facoltà teologica dell’Italia meridionale. Vi si laurea in Teologia biblica e poi si laurea in Filosofia presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II. Nel 1978 entra nell’Associazione Guide e Scouts Cattolici Italiani (AGESCI) dove fa il caporeparto. Nel marzo 1982 è ordinato sacerdote.
Diviene assistente ecclesiastico del Gruppo Scout di Aversa e successivamente anche assistente del settore Foulard Bianchi. Dal 19 settembre 1989 è parroco della parrocchia di San Nicola di Bari in Casal di Principe, suo paese nativo, per diventare poi anche segretario del vescovo della diocesi di Aversa. Insegna inoltre materie letterarie e religione presso diversi istituti scolastici.
Don Giuseppe Diana cerca di aiutare le persone nei momenti resi difficili dalla camorra, negli anni del dominio assoluto della Clan dei Casalesi, legata principalmente al boss Francesco Schiavone, detto “Sandokan”. Gli uomini del clan controllano non solo i traffici illeciti, ma si sono anche infiltrati negli enti locali e gestiscono fette rilevanti di economia legale, tanto da diventare “camorra imprenditrice”.
L’agguato e la morte
Alle 7.20 del 19 marzo 1994, giorno del suo onomastico, mentre si accinge a celebrare la Messa, don Diana venne assassinato nella sacrestia della chiesa di San Nicola di Bari a Casal di Principe. Un camorrista lo affronta con una pistola. I cinque proiettili vanno tutti a segno: due alla testa, uno al volto, uno alla mano e uno al collo. Don Giuseppe Diana muore all’istante. L’omicidio, di puro stampo camorristico, fa scalpore in tutta Italia e in tutta Europa per la sua brutalità. Un messaggio di cordoglio è pronunciato da papa Giovanni Paolo II durante l’Angelus del 20 marzo 1994:[3]
«Sento il bisogno di esprimere ancora una volta il vivo dolore in me suscitato dalla notizia dell’uccisione di don Giuseppe Diana, parroco della diocesi di Aversa, colpito da spietati assassini mentre si preparava a celebrare la santa messa. Nel deplorare questo nuovo efferato crimine, vi invito a unirvi a me nella preghiera di suffragio per l’anima del generoso sacerdote, impegnato nel servizio pastorale alla sua gente. Voglia il Signore far sì che il sacrificio di questo suo ministro, evangelico chicco di grano caduto nella terra, produca frutti di piena conversione, di operosa concordia, di solidarietà e di pace.» |
Mattarella presso l’Istituto Guido Carli
Da quanto si legge su Casertanews, centinaia di ragazzi hanno atteso il Presidente dopo aver scritto una lettera molto significativa.
“Questa scuola rappresenta la strada della rinascita di Casal di Principe dal 1994 dalla morte tragica di don Diana è nata questa strada di riscatto che le associazioni le scuole hanno cercato e voluto – ha dichiarato la dirigente scolastica Tommasina Paolella – È lento il percorso è faticoso ma pian piano riusciremo a trovare l’energia giusta per creare un futuro migliore in queste terre. I ragazzi racconteranno al presidente Mattarella la loro esperienza a Casal di Principe, cosa significa vivere in queste terre, le loro aspettative e speranze. Quello che manca ancora sono offerte di lavoro, la sanificazione dell’ambiente, non dimentichiamo tutti i problemi sociali che il territorio vive, l’abusivismo edilizio. Ci sono tante tematiche forti che i ragazzi. Per i ragazzi ascoltare Mattarella è una speranza e un sogno vedere la più alta carica dello Stato che ha voluto dialogare con loro e questo è un segnale molto forte”.
Il discorso del Presidente
“È con grande partecipazione che mi rivolgo a voi, ragazze e ragazzi, che vivete la vostra giovinezza in questa terra, in passato così duramente ferita dalla presenza della criminalità organizzata. E che ora è protagonista di una stagione straordinaria di fermento e di riscatto. Cari studenti, questo incontro è dedicato a voi, testimoni di speranza”. Con queste parole il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, si è rivolto ai ragazzi di Casal di Principe, dove si è recato, martedì 21 marzo, in occasione della Giornata in ricordo delle Vittime della mafia.”
“La Repubblica Italiana considera prioritaria la lotta a tutte le mafie – ha aggiunto Mattarella -. Con leggi e strumenti avanzati, grazie all’impegno di inquirenti e forze dell’ordine – ai quali dobbiamo sempre esprimere la nostra vicinanza e la nostra riconoscenza – sono state disarticolate organizzazioni potenti e minacciose, capi arroganti sono stati assicurati alla giustizia, intere aree sono state liberate dalla oppressione mafiosa”.
“La Repubblica vi è vicina – ha detto ai ragazzi il Capo dello Stato -. Tutte le amministrazioni pubbliche devono far sentire con efficacia la loro presenza accanto ai cittadini. Insieme a tutte le espressioni della società civile. La politica sia autorevole nel dare risposte alle emergenze e ai problemi socio-economici dei territori. L’amministrazione sia efficiente, rapida nelle soluzioni e trasparente”.