Cartoline Europee-Qatargate:Claise lascia l’inchiesta
Cartoline Europee-La consueta rubrica sulla Politica Europea
Si scrivono ancora nuovi capitoli per quanto concerne il tribolato scandalo del Qatargate in seno al Parlamento Europeo. Infatti è notizia degli ultimi giorni che Eva Kaili ex Vicepresidente del Parlamento Europeo, uno delle personaggi più influenti del Qatargate, ha fatto causa allo stesso Parlamento perché ritiene di essere stata spiata dai servizi segreti. La vicenda riguarderebbe il periodo nella quale lei faceva parte della Commissione Pega, istituto creato per indagare sulla possibile esistenza di software illegali, che avevano lo scopo preciso di controllare tutte le attività dei deputati europei. I legali della Kaili hanno deciso insieme alla propria assistita, di procedere tramite un ricorso interno alla commissione legale del Parlamento, per appurare se l’immunità di Eva sia stata violata o meno, soprattutto nel periodo iniziale dello scandalo per essere quindi risarcita. Ricordiamo ai pochi che non lo sapessero che Eva Kaili era stata una dei primi inquisiti del famigerato scandalo europeo del Qatargate, perché avrebbe secondo gli inquirenti cercato di addomesticare le politiche sociali di quel paese, all’interno del Parlamento Europeo. Accusa che è costata alla Kaili quattro lunghi mesi di carcere. Intanto un’altro inquisito eccellente cioè l’Eurodeputato Andrea Cozzolino, si trova ora in stato di fermo a Bruxelles dopo essere stato interrogato per più di quattro ore, dal magistrato belga titolare dell’indagine Claise. Cozzolino era arrivato a Bruxelles poco prima sentendosi forte della sua revoca ai domiciliari ottenuta la scorsa settimana, ma la sua deposizione non ha convinto il giudice Claise, che ha disposto nei suoi confronti lo stato di fermo perlomeno per una notte. Subito dopo aver espletato il proprio compito interrogando Cozzolino, il giudice ha però annunciato alla stampa di aver deciso di voler rinunciare a dirigere il caso giudiziario del Qatar. Bisogna sottolineare che il giudice Claise era già stato aspramente criticato soprattutto dagli organi di stampa, per essere stato molto duro con gli indagati perché aveva inizialmente disposto nei loro confronti, molti mesi di carcere. Ma era stato attaccato anche da più parti perché uno dei suoi figli, aveva lavorato in precedenza con uno degli indagati. Intanto i legali di Cozzolino hanno annunciato che il proprio assistito rimarrà nei prossimi giorni a disposizione dei magistrati per continuare le complesse attività investigative. Adesso fonti giudiziarie attendibili hanno fatto trapelare, che l’inchiesta passerà sotto la reggenza di un altro magistrato che ha già partecipato alle fasi embrionali dell’inchiesta, ma per adesso non si conosce ancora il suo nome. Quindi come si desume la vicenda del Qatargate non smette mai di stupire, aggiornandosi continuamente di nuovi sviluppi che stanno svelando sempre più chiaramente, una vicenda assolutamente torbida e con tantissime commistioni.