Rubrica

Cartoline Europee-La protesta non si placa!

Cartoline Europee- La consueta rubrica sulla Politica Europea 

Ancora un martedì nero per la Francia di Macron. Ci sono stati ieri infatti nel paese transalpino circa 300 manifestazioni, per protestare contro la riforma del Governo che tende ad innalzare l’età pensionabile dei cittadini francesi dai 62 ai 64 anni. Le tante manifestazioni sono state fatte ieri, proprio quando il Senato francese discuteva sull’approvazione del provvedimento lavorativo.Come si diceva quindi grandi mobilitazioni ieri 7 Marzo nelle principali città francesi. Solo a Parigi secondo i sindacati sarebbero scese in piazza circa 700 mila persone, che hanno protestato vivacemente contro la riforma voluta dal Presidente Macron. La manifestazione parigina è da considerarsi la più imponente e massiccia da quando sono cominciate le grandi assemblee di piazza. Appare chiaro che l’obiettivo primario dei gruppi sindacali è stato ieri quello di paralizzare tutto il paese, per cercare in questo modo di far cambiare idea al Governo e al Presidente Macron. Il primo effetto della protesta di ieri è stato senza dubbio la straordinaria paralisi dei trasporti, che ha provocato grandissime difficoltà a tutte le persone che sono state costrette a viaggiare. A tal punto che il Ministro dei Trasporti francese Beaune ha dichiarato che: Martedì 7 sarà ricordato come uno dei giorni più duri e complessi, che il suo Ministero abbia mai avuto. Da sottolineare che c’erano già state in precedenza, cinque giornate di scioperi in Francia. Ma quella di ieri è stata a tutti i livelli assolutamente la più difficile da gestire, per il contesto sociale del paese. Però comunque da un recente sondaggio fatto, il 56% dei francesi è a favore degli scioperi, perché secondo gli intervistati è l’unico modo possibile per opporsi alle ingiuste direttive del Governo francese. Intanto i sindacati hanno già minacciato nuove proteste di piazza in tutto il paese per il prossimo 11 marzo, quando dovrebbe essere approvata la riforma lavorativa al Senato. Quindi come si evince la lotta non accenna assolutamente a diminuire. I francesi sono estremamente convinti nel continuare le loro proteste, per raggiungere i propri sacrosanti diritti lavorativi.

Ferdinando Guma

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