Cartoline europee-In Francia si placano lentamente gli scontri per la morte di Nahel ucciso a soli 17 anni a Nanterre da un agente di polizia. Il Paese infatti ha vissuto cinque giorni di autentico terrore, caratterizzati da scontri e violenze inaudite, che hanno mandato in crisi l’intera nazione. Fino a questo momento il numero degli incendi e dei saccheggi avvenuti in molte città francesi è altissimo. Nell’ultima notte di battaglia sono stati fermati dalla polizia più di 150 persone. La scorsa notte è morto anche un giovane pompiere di 24 anni, mentre cercava di domare le fiamme appiccate da alcuni giovani, in un parcheggio di Saint-Denis. Ieri in Francia ci sono anche radunati tutti i sindaci davanti ai propri municipi per denunciare collettivamente la grande ondata di violenze collettive registrate nel Paese. Sempre nella giornata di ieri il Presidente Macron accompagnato dalla prima ministra Elisabeth Borne, ha convocato tutte le alte cariche dello stato per fare il punto sulla complessa situazione interna. Nella giornata di oggi invece Macron incontrerà circa 200 sindaci delle cittadine, che hanno subito più danni in questi giorni di grandi devastazioni. Il Presidente vuole incontrare i sindaci proprio perché sono quelli, che hanno più di tutti il quadro esatto della situazione nei loro territori.
La colletta a favore del poliziotto è già arrivata ad oltre un milione di euro. Mentre quella relativa al sostegno della madre del giovane morto, per il momento ha superato i 200 mila euro. Quindi come si evince anche in questo caso la Francia si spacca in due. Da una parte la rabbia e lo sconforto delle Banlieue, dall’altra una grande parte di cittadini francesi si è schierata per la polizia e per le istituzioni nazionali. Ma i gravi problemi delle periferie francesi non sono assolutamente una novità. Infatti più di 5 milioni di persone vivono in condizioni spesso disumane nelle periferie, covando rabbia e malumore verso il Governo centrale. Situazione che può diventare incandescente da un momento all’altro, come nel caso dell’uccisione del povero Nahel. Adesso però per il Governo francese non è il momento di abbassare la guardia, rispetto agli scontri e le violenze registrate. Perché se è vero che i disordini si sono leggermente stemperati, gli scontri potrebbero ricominciare da un momento all’altro. Bisogna sottolineare il fatto che per la Francia il 2023 non è stato un anno assolutamente semplice. Dopo un lunghissimo periodo di lotta interno causato dall’innalzamento dell’età pensionabile da 62-64 anni età, voluto da Macron e dall’esecutivo francese un’altra stagione di scontri cruenti è iniziata. Siamo di fronte a un ennesima estate calda francese e non sarà molto facile uscirne.
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