A Cardito un uomo uccide il bimbo di botte il 27 gennaio 2019, oggi arriva la condanna da parte della Corte di Cassazione: ergastolo. L’omicida si chiama Tony Essobti Badre ed era il patrigno del piccolo Giuseppe Dorice di 8 anni.
Badre era stato condannato anche per il tentato omicidio della sorellina più grande di Giuseppe, sottoposta a continue violenze come il fratellino.
La Suprema Corte ha annullato invece l’ergastolo per Valentina Casa, madre della piccola vittima, e ha disposto il processo di secondo grado davanti a un’altra sezione della Corte di Assise di Appello di Napoli.
La morte del piccolo Giuseppe sconvolse l’intera comunità di Cardito. Il bambino fu picchiato selvaggiamente con pugni, schiaffi, perfino con un bastone: le gravissime ferite riportate alla testa lo portarono prima al coma e poi al decesso.
Anche la sorellina, di pochi anni più grande di Giuseppe, venne percossa brutalmente: ma dopo un lungo ricovero, i medici riuscirono a salvarla.
L’ergastolo in Italia è la massima pena prevista dall’ordinamento giuridico. Viene introdotto nel 1890 dal Codice Zanardelli ed è previsto, come è noto, solo per i reati più gravi: oggi è regolato dall’articolo 22 del Codice penale e viene indicato come una pena definitiva perpetua; chi lo riceve, dunque, è condannato a scontare la galera per tutta la durata della propria vita.
Questo, tuttavia, è vero solo in linea teorica: in certi casi è possibile, infatti, usufruire di sconti di pena e permessi premio, di cui parleremo nel dettaglio a breve. L’ergastolo viene inflitto a coloro che si macchiano di delitti estremamente gravi e che per le loro colpe vengono indicati come soggetti socialmente pericolosi: rientrano in questa categoria di reati l’omicidio e i delitti legati al mondo della criminalità organizzata; l’ergastolo vale anche come pena riassuntiva nel caso in cui a una persona vengano imputati più delitti con una pena minima di 24 anni.
Ci sono due tipologie di ergastolo in Italia, attraverso le quali questo provvedimento può essere declinato: quello semplice e quello ostativo. Vediamo nel dettaglio cosa comporta questa suddivisione.
Ergastolo semplice
Il condannato che riceve l’ergastolo semplice come pena è soggetto a una lunghissima detenzione, ma può comunque usufruire di permessi premio e della libertà condizionata: queste attenuanti possono essere concesse quando il soggetto dimostra una sincera volontà di ravvedimento e di non essere più un individuo pericoloso per sé stesso e per gli altri.
Ergastolo ostativo
L’ergastolo in Italia di tipo ostativo, invece, prevede una detenzione senza alcun beneficio o sconto di pena: chi lo riceve è obbligato a saldare il proprio debito con la giustizia restando in prigione e venendo privato di tutte le future attenuanti. Questo tipo di provvedimento, estremamente severo, è previsto solo per i reati più gravi ed efferati possibili, quali per esempio associazione mafiosa, associazione finalizzata al traffico di droga, terrorismo e sequestro di persona a scopo estorsivo. Sono soprattutto capimafia, appartenenti al crimine organizzato ed ex brigatisti ad essere soggetti a questo provvedimento in Italia: l’unico modo per ottenere dei benefici è quello di diventare collaboratori di giustizia, aiutando le autorità nelle indagini relative alle proprie associazioni o ad altre. (Esquire)
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