In primis attenzione alle autorizzazioni concesse
“Una volta che si accetta, senza pensarci troppo e senza informarsi sull’uso che verrà fatto dei propri dati, il gioco è fatto”. Questo è il primo avvertimento del garante che spiega anche che tale ’iniziativa, è nata dopo la messa in onda di un servizio televisivo sull’argomento. A sollevare il tema è stato il telegiornale satirico Striscia la Notizia con un servizio andato mandato in onda lo scorso 27 settembre. In questo caso l’inviato metteva alla prova la corrispondenza in tempo reale tra la manifestazione a voce dei propri gusti e preferenze e la pubblicità ricevuta sul proprio device. Anche l’invio di diverse segnalazioni da parte dei consumatori hanno contribuito ad approfondire seriamente la faccenda. Secondo le dichiarazioni di diverse persone “basterebbe pronunciare alcune parole sui loro gusti, progetti, viaggi o semplici desideri per vedersi arrivare sul cellulare la pubblicità di un’auto, di un’agenzia turistica, di un prodotto cosmetico.”
Anche whatsapp nel mirino del garante
In collaborazione con il Nucleo speciale privacy e frodi tecnologiche della Guardia di Finanza, l’Autorità ha avviato un’istruttoria attraverso la quale si prefigge di mettere sotto esame una serie di app tra le più scaricate e verificare che l’informativa resa agli utenti sia chiara e trasparente e che sia stato correttamente acquisito il loro consenso (un allarme sulla privacy è stato lanciato riguardo Whatsapp
Come difendersi, ecco le mosse
L’utente può controllare a quali è autorizzato l’accesso al microfono del proprio smartphone ed eventualmente porre rimedio disattivando i permessi, tramite i seguenti procedimenti:
- Su sistema operativo iOS andando su impostazioni > privacy > microfono e deselezionando l’opzione che permette all’applicazione di utilizzare l’input audio.
- Su Android attraverso il percorso impostazioni > privacy > gestisci autorizzazioni > microfono