Ieri domenica 13 agosto, a Bardonecchia provincia di Torino, verso sera si é abbattuto un nubifragio, esondano due fiumi, diversi i disastri. I fiumi esondati sono il rio Frejus e il rio Merdovine, uno dei corsi d’acqua che attraversano la città. Le precipitazioni più abbondanti si sono registrate in località Pian delle Stelle e Rocca Nera. La pioggia ha ingrossato rapidamente alcuni rii minori che hanno a loro volta riversato acqua in quelli maggiori. Tra le ipotesi c’è che sia caduta una frana in alta montagna (un distacco dal monte Frejus) provocando così l’ingrossamento del corso d’acqua e la successiva esondazione.
in via Einaudi e nella parte alta di via Medail, i passanti si sono trovati all’improvviso a dover scappare per non essere travolti dalla colata di fango che in alcuni punti ha raggiunto il metro d’altezza. Al momento ci sarebbero alcuni dispersi e un ferito non grave, oltre a 120 sfollati. Diverse auto parcheggiate hanno riportato danni. In paese era in corso la festa di Sant’Ippolito con la presenza di numerose persone tra residenti e turisti.
La protezione civile e i vigili del fuoco si sono messi subito al lavoro per liberare le aree interessate dall’esondazione. Vicino alla stazione ferroviaria si è verificata anche una fuga di gas. È stato alluvionato il commissariato di polizia, con tutti i mezzi distrutti e gli agenti che sono stati ospitati nella caserma dei carabinieri. I militari dell’Arma hanno dato il via alle operazioni anti-sciacallaggio per cui sono stati mobilitati il reggimento piemonte e anche le stazioni di Vigone e San Mauro Torinese.
In alcune aree del paese sono mancate l’elettricità e l’acqua potabile. Tutti i ponti sono stati controllati per verificare che non abbiano subito danni. Intanto il comune ha messo subito a disposizione il palazzetto dello sport per ospitare gli sfollati. (TorinoToday).
Secondo quanto si legge su Faro di Roma, con ben 500 eventi estremi fa registrare in Italia fino ad ora nel 2023 si è verificato rispetto allo scorso anno un aumento del 64% di grandinate, bombe d’acqua, bufere di vento e tempeste di vento alternate a siccità che hanno devastato le campagne e le città da nord a sud della Penisola. E’ quanto emerge dall’analisi di Coldiretti su dati Eswd in riferimento al rapporto pubblicato dalla World Meteorological Organization (Wmo) che ha evidenziato venti meteorologici, climatici e idrici estremi hanno causato 11.778 disastri negli ultimi 50 anni, con due milioni di morti e danni economici per miliardi di dollari in tutto il mondo.
Una tendenza evidente con la drammatica alluvione che ha colpito quest’anno la Romagna dopo che l’effetto dei cambiamenti climatici con l’alternarsi di siccità e alluvioni aveva fatto già perdere a livello nazionale nel 2022 – sottolinea la Coldiretti –ben 6 miliardi di euro, tra cali della produzione agricola nazionale e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne con allagamenti, frane e smottamenti.
Precipitazioni sempre più intense e frequenti, con vere e proprie bombe d’acqua, si abbattono – continua la Coldiretti – su un territorio reso più fragile dalla cementificazione e dall’abbandono con ben il 93,9% dei comuni italiani, che sono a rischio idrogeologico secondo le elaborazioni Coldiretti su dati Ispra.
A questa situazione non è certamente estraneo il fatto che negli ultimi 25 anni è sparito oltre ¼ della terra coltivata (-28%) con la superficie agricola utilizzabile in Italia che si è ridotta ad appena 12,8 milioni di ettari. Per questo – continua la Coldiretti – l’Italia deve difendere il proprio patrimonio agricolo e la propria disponibilità di terra fertile con un adeguato riconoscimento sociale, culturale ed economico del ruolo dell’attività nelle campagne. Per affrontare i danni dei cambiamenti climatici – precisa Coldiretti – servono interventi strutturali e strumenti di gestione del rischio sempre più avanzati, efficaci e con meno burocrazia.
“In tale ottica un intervento strategico è la realizzazione di infrastrutture a partire dai bacini di accumulo, a impatto zero proposti dalla Coldiretti” ha affermato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel chiedere però “di accelerare sull’approvazione della legge sul consumo di suolo, ancora ferma in Parlamento da quasi un decennio, che potrebbe dotare l’Italia di uno strumento all’avanguardia per la protezione del suo territorio”.
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