Giulia Tramontano: “Come avvelenare un feto” le ricerche di Impagnatiello

Giulia Tramontano: “Come avvelenare un feto” le ricerche di Impagnatiello prima di uccidere a coltellate la compagna incinta

“Come avvelenare un feto” le ricerche di Impagnatiello prima di uccidere a coltellate Giulia Tramontano, la compagna incinta da pochi mesi. Ecco cosa cercava il baraman 39enne prima di uccidere Giulia con 39 coltellate. Le indagini sul caso vanno avanti ed é emerso poche ore fa questa sconcertante verità. Secondo quanto riportato sul quotidiano Il Giorno, le frasi che avrebbe digitato su Google sono state: ‘come uccidere un essere umano con veleno per topi’, ‘come uccidere una donna incinta con il veleno’ e ‘come avvelenare un feto’.

Vedeva il figlio come un ostacolo

Da quanto testimoniato anche da altre compagne avute in passato, Impagnatiello instaurava dei rapporti sentimentali ma non accettava figli, per cui anche in altri casi si era comportato male costringendo all’aborto la compagna con la quale era ancora in rapporti mentre stava con Giulia. In questo caso però siamo di fronte ad una mostruosità che ha portato l’uomo ad uccidere sia la donna che il bambino che portava nel grembo. Meditava quindi l’avvelenamento del piccolo Thiago, in quanto lo vedeva come un impedimento, un ostacolo alla relazione con Giulia. Per questo gli inquirenti suppongono che Giulia sia stata prima avvelenata e poi uccisa.

Lo hanno aiutato ad eliminare il cadavere

Si suppone che Impagnatiello abbia chiesto la collaborazione di qualcuno per disfarsi del cadavere della vittima. Gli inquirenti sono a lavoro e stanno esaminando un capello che è stato trovato sul corpo della vittima, sarà eseguito l’esame del DNA. Gli investigatori, al momento, hanno escluso che la madre di Impagnatiello possa aver aiutato il figlio. (NapoliToday)

Cos’é accaduto la sera di quel sabato 27 maggio 2023

Giulia Tramontano una 29enne originaria di Sant’Antimo provincia di Napoli, conviveva a Milano con il compagno il 39enne Alessandro Impagnatiello. Il barman, era padre del bambino che Giulia portava in grembo già da 7 mesi. Quella maledetta sera, dopo una lite, decide di uccidere la donna con 39 coltellate, decide poi di nascondere il cadavere che viene trovato il 1 giugno coperto di sterpaglie vicino ad alcuni box auto in via Monte Rosa a Senago, provincia di Milano, dove la coppia viveva nell’appartamento di via Novella. L’uomo voleva sbarazzarsi del bambino ma a quanto pare anche della donna. Decide di confessare tutto ma la sua versione non coincide con i fatti svelati dalle indagini.

Impagnatiello aveva detto che la donna si era tagliata mentre preparava dei pomodori e che a quel punto lui avrebbe preso in mano il coltello e l’avrebbe colpita alla gola. La donna, invece, racconta l’autopsia, sarebbe stata colpita con i fendenti diretti alla gola con l’assassino che si è avventato su di lei da dietro. Quindi colpita a tradimento alle spalle, Giulia non ha avuto modo di difendersi. Alcuni dei colpi sono stati mortali in quanto hanno ferito la donna alla carotide e alla succlavia, cioè un’arteria che si trova sotto la clavicola. Inoltre l’uomo ha raccontato di aver tentato due volte di dar fuoco al corpo, con della benzina. Prima in casa nella vasca da bagno e poi nel box auto, era chiaro che volesse eliminare il cadavere. (Dire)

Le indagini sono ancora in corso e presto si sveleranno di sicuro altri particolari intorno a questa vicenda che ha sconvolto il mondo.

 

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