L’antenata della pizza agli scavi di Pompei
Nuova scoperta agli scavi di Pompei, l’antenata della pizza con la frutta al posto del pomodoro
Nuova scoperta agli scavi di Pompei, un affresco di 2000 anni fa, raffigura l’antenata della pizza con la frutta al posto del pomodoro. E’ di ieri la grandiosa scoperta. L’affresco è stato rinvenuto nell’atrio di una casa dell’Insula 10 della Regio IX in corso di scavo, a cui era annesso un panificio, già esplorato in parte tra il 1888 ed il 1891 e le cui indagini sono state riprese a gennaio scorso.
Come si legge dai canali ufficiali del noto sito archeologico: “Sembra una pizza, quello che si vede su un dipinto pompeiano di 2000 anni fa, ma ovviamente non lo può essere, a rigore, dato che mancavano alcuni degli ingredienti più caratteristici, ovvero pomodori e mozzarella.
Tuttavia, come risulta da una prima analisi iconografica di un affresco con natura morta, emerso in questi giorni nell’ambito dei nuovi scavi nell’insula 10 della Regio IX a Pompei, ciò che era rappresentato sulla parete di un’antica casa pompeiana potrebbe essere un lontano antenato della pietanza moderna, elevata a patrimonio dell’umanità nel 2017 in quanto “arte tradizionale del pizzaiuolo napoletano”.
La spiegazione degli archeologi
Come spiegano gli archeologi del Parco Archeologico di Pompei: “si suppone che accanto a un calice di vino, posato su un vassoio di argento, sia raffigurata una focaccia di forma piatta che funge da supporto per frutti vari come un melograno e forse un dattero, condita con spezie o forse piuttosto con un tipo di pesto – detto moretum in latino-, indicato da puntini color giallastro e ocra. Inoltre, presenti sullo stesso vassoio, frutta secca e una ghirlanda di corbezzoli gialli, accanto a datteri e melograni. Tale genere di immagini, noto in antico con il nome xenia, prendeva spunto dai “doni ospitali” che si offrivano agli ospiti secondo una tradizione greca, risalente al periodo ellenistico (III-I secolo a.C.)”.
Le dichiarazioni del Ministro e del direttore del Parco
“Pompei non finisce mai di stupire, è uno scrigno che rivela sempre nuovi tesori. – dichiara il Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano – Al di là della questione di merito su cui parleranno gli studiosi, va sottolineato il valore globale di questo sito al quale stiamo dedicando le nostre cure, con la chiusura del Grande Progetto Pompei ma anche con l’avvio di nuove iniziative. La tutela e lo sviluppo del patrimonio, in ossequio all’art. 9 della Costituzione, sono una priorità assoluta”.
Oltre all’identificazione precisa dei cibi rappresentati – commenta il direttore del Parco Archeologico di Pompei, Gabriel Zuchtriegel – ritroviamo in questo affresco alcuni temi della tradizione ellenistica, elaborata poi da autori di epoca romana-imperiale come Virgilio, Marziale e Filostrato. Penso al contrasto tra un pasto frugale e semplice, che rimanda a una sfera tra il bucolico e il sacro, da un lato, e il lusso dei vassoi d’argento e la raffinatezza delle rappresentazioni artistiche e letterarie dall’altro. Come non pensare, a tal proposito, alla pizza, anch’essa nata come un piatto ‘povero’ nell’Italia meridionale, che ormai ha conquistato il mondo e viene servito anche in ristoranti stellati.” (InterNapoli.it)
Pompei non finirà mai di stupirci
Pompei un sito archeologico a cielo aperto non finisce e non finirà mai di stupirci, con i suoi nuovi ed interessanti ritrovamenti. Oltre agli affreschi raffiguranti scene della mitologia e ai resti di un antico forno, anche gli scheletri di tre vittime dell’eruzione del Vesuvio del 79 d.C.. Nelle operazioni di scavo, che in quell’area sono iniziate nel 1888 e poi sono state interrotte, sono stati impiegati professionisti nell’ambito dell’archeologia, della restaurazione, dell’archeobotanica, ma anche vulcanologi, numismatici, geologi, sismologi, ingegneri e architetti. I ritrovamenti più rilevanti nel corso dei lavori in questa zona sono i resti di due edifici che ospitavano un antico panificio con il forno e una fullonica – o lavanderia – al cui interno sono stati trovati attrezzi e ambienti dedicati al lavaggio degli abiti. (Wired)