Proteste a Napoli e in altre 39 città italiane: medici e pazienti con le mani legate per difendere la sanità pubblica
Medici e pazienti protestano con le mani legate
Ieri a Napoli in conferenza stampa, medici e pazienti hanno protestato con le mani legate. Questa la protesta, nella Sala dei Baroni del Maschio Angioino, di medici e pazienti e varie associazioni. La stessa protesta è andata in scena in quasi tutti gli ospedali Campani, dando vita ad un flash mob che ha visto assieme, senza alcuna distinzione, camici bianchi e cittadini.
La preoccupazione per il futuro del Servizio sanitario nazionale con il passare dei mesi è diventata allarme. E se a suonare le sirene sono i medici che lavorano ogni giorno nelle corsie, la sensazione è che ormai siamo ben oltre il livello di guardia. Sono state decine le manifestazioni, le assemblee, i sit-in promossi dall’Intersindacale della Dirigenza medica, veterinaria e sanitaria, insieme con Associazioni di pazienti e di cittadini, in 39 città e in tutte le regioni d’Italia.
Medici e pazienti con le mani legate per chiedere alla politica “un chiaro impegno in difesa del Servizio sanitario pubblico”.
Napoli- Mani legate per chiedere alla politica “un chiaro impegno in difesa del Servizio sanitario pubblico”. Questa la forma di protesta delle principali organizzazioni sindacali di medici e sanitari, questa mattina nella Sala dei Baroni del Maschio Angioino di Napoli. I sindacati che rappresentano oltre 120mila dirigenti medici, veterinari e sanitari dipendenti del Ssn, insieme a 15 associazioni di cittadini e pazienti, hanno dato vita a un flash mob anche in molti ospedali della Campania. L’iniziativa, promossa dall’Intersindacale della dirigenza medica, veterinaria e sanitaria insieme alle associazioni di pazienti e cittadini, si svolge in contemporanea oggi in 39 città italiane.
“Nessuna rivendicazione sindacale – spiega una nota – solo la giustificata preoccupazione nei confronti di una sanità pubblica ormai prossima al tracollo. Da tempo assistiamo ad un processo che mina la sostenibilità, l’equità e l’accesso alle cure”. Sindacati e pazienti sottolineano “come il diritto costituzionale alla salute sia oggi declinato nelle Regioni in 21 modi diversi. Un sistema destinato a peggiorare a causa dell’autonomia differenziata che accentuerà le diseguaglianze nell’accesso alle cure che costringono gli ammalati a viaggi della speranza sulla direttrice Sud-Nord”.
“Oltre a rivendicare finanziamenti adeguati – dicono i sindacati – chiediamo una seria riforma che tuteli veramente il diritto alla salute, che affronti le emergenze e criticità sia negli ospedali che nel territorio. La crisi degli ospedali non si esaurisce nei Pronto soccorso, sovraffollati di pazienti e sostenuti da pochi medici e professionisti sanitari allo stremo delle forze ed in condizioni lavorative sempre più precarie e rischiose”.
Anche la Fnomceo chiede più risorse per il Servizio Sanitario Nazionale
Confronto a distanza tra Governo e mondo della professione medica sulla riforma della sanità e sulla figura del medico. La Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri (Fnomceo) chiede più risorse per il Servizio Sanitario Nazionale.
Filippo Anelli presidente della Fnomceo ha rilasciato queste dichiarazioni: “Dobbiamo tirare fuori l’Ssn da una crisi che nega ai cittadini il diritto di essere curati e ai medici e operatori il diritto di curare con serenità e in sicurezza. Anche per questo, per poter garantire tali diritti, medici e cittadini scendono in piazza”