Il consenso informato, non dettagliato, per il vaccino anti-covid, porta a processo il direttore dell’Asl Cuneo 1
Finisce al processo il direttore dell’Asl Cuneo 1 per il consenso informato non dettagliato
“Un consenso informato non dettagliato e non ‘tarato’ sulla specifica situazione del paziente non può ritenersi legittimo, come a più riprese espresso anche dalla giurisprudenza civile della Corte di Cassazione”.Torna sotto accusa il consenso informato per il vaccino anti-Covid. Stavolta a finire a processo per omissione di atti d’ufficio è il direttore del Servizio di igiene e sanità pubblica dell’Asl Cuneo 1. Il direttore è stato infatti denunciato da un’infermiera che aveva richiesto un’integrazione delle informazioni sul vaccino anti-Covid.
La Procura di Cuneo voleva archiviare, ma la gup Cristiana Gaveglio non è stata dello stesso avviso e ha respinto la richiesta. Nell’ordinanza con cui la giudice ha disposto l’imputazione coatta del dirigente sanitario si dà atto di diverse cose che dovrebbero far riflettere tutti.
Come riporta Il Giornale d’Italia, secondo l’interpretazione giuridica avallata da Gaveglio e Boetti nel mandare a processo il direttore, un consenso informato “non dettagliato e non tarato sulla specifica situazione del paziente non può ritenersi legittimo. Come a più riprese espresso anche dalla giurisprudenza civile della Corte di Cassazione”.
Tale esigenza appare ancor più comprensibile “alla luce dei preoccupanti dati sulla quantità e sulla serietà degli effetti avversi, non esclusi quelli gravi e persino letali, che emergono dai periodici rapporti A.I.F.A. sulla sorveglianza dei vaccini Covid19″. La stessa Agenzia del Farmaco ha classificato i vaccini anti-coronavirus come “ricetta ripetibile limitativa”. Ciò vuol dire: “medicinali la cui prescrizione o la cui utilizzazione è limitata a taluni medici o a taluni ambienti”. Parole che suonano come musica per chi da ormai tre anni sta facendo controinformazione e cerca di portare all’attenzione di tutti proprio quei dati, puntualmente censurati o omessi dal Sistema
Consenso informato non dettagliato, a processo il direttore Montù dell’Asl Cuneo 1
L’infermiera che ha presentato denuncia apparteneva a una categoria per la quale la somministrazione del vaccino era “fortemente raccomandato”. Infatti venne sospesa dalla professione sanitaria per non essersi sottoposta a vaccinazione non avendo ottenuto un consenso informato più dettagliato. Alla sua istanza il datore di lavoro oppose, secondo il gup, “un silenzio ingiustificabile”.
Il tema, si ammonisce, non può però essere derubricato a “una questione di natura puramente burocratica rispetto all’obiettivo di una indiscriminata vaccinazione della popolazione generale. Soprattutto se si tratta di sieri allo stato soggetti ad autorizzazione in via condizionata. Tuttora, infatti, è in corso la verifica sull’idoneità a fornire benefici per la salute umana maggiori rispetto ai rischi per la stessa”.
Di fronte al tribunale collegiale si è tenuta prima udienza del procedimento a carico del dottor Montù, dove l’infermiera è costituita parte civile con l’avvocato Rocco Sardo. Il dirigente sanitario è difeso dagli avvocati Luciano Aimar e Andrea Carpinelli, gli unici ad aver presentato una lista testi. Verranno ascoltati a marzo 2024. Per cui ora si attende in vigile attesa il processo.