Cartoline Europee-Qatargate:Perquisiti gli uffici di Cozzolino e Tarabella
Cartoline Europee- La consueta rubrica sulla Politica Europea
Ancora nuovi sviluppi per quanto concerne il tribolato scandalo Europeo del Qatargate. Infatti ieri c’è stato un nuovo blitz da parte della polizia belga, all’interno del Parlamento Europeo. Il giudice Claise accompagnato da alcuni poliziotti in borghese, hanno perquisito gli uffici degli Europarlamentari Cozzolino e Tarabella, per raccogliere nuove prove contro questi inquisiti eccellenti. L’azione della Magistratura adesso dovrebbe portare alla revoca dei sigilli apposti all’ufficio di Tarabella. Questo consentirà all’Europarlamentare di ritornare a svolgere a pieno regime, la sua attività politica in seno al Parlamento. I giudici in questi giorni stanno anche interrogando tutti i collaboratori di Cozzolino, per carpire nuove informazioni che potranno essere d’aiuto per delineare al meglio la spinosa faccenda. Ricordiamo che Cozzolino in questo momento è ai domiciliari a Napoli. Intanto un’altra indagata influente e cioè Eva Kaili ex Vicepresidente del Parlamento Europeo, ha rilasciato le sue prime interviste dopo il lungo e duro periodo passato nelle patrie galere belghe. Eva durante i suoi colloqui con la stampa ha negato con forza e determinazione, il suo coinvolgimento nello scandalo Europeo, dichiarando che lei non ha mai percepito nessuna mazzetta proveniente da vertici istituzionali del Qatar, come la magistratura belga gli imputa. Quindi dopo quattro mesi di carcere e poi dopo essere stata mandata a casa agli arresti domiciliari con l’obbligo del braccialetto elettronico, Eva si professa assolutamente innocente. Rammentiamo che gli inquirenti avevano trovato nella sua abitazione una valigia contenente 700.000 euro in contanti. Denaro che secondo la deposizione della Kaili, si trovava in una valigia di proprietà del compagno l’assistente parlamentare Andrea Giorgi, molto probabilmente datogli da Antonio Panzeri, frutto secondo i giudici delle mazzette ricevute dagli esponenti politici qatarioti. Eva si è anche soffermata sulla sua dura permanenza in carcere. La cosa a suo dire più insopportabile subita, è stata senza dubbio il suo allontanamento forzato dalla figlia, che ha solo due anni. Perché secondo lei le indagini sarebbero potute continuare tranquillamente, anche se fosse stata messa da subito agli arresti domiciliari. Dandogli così l’opportunità di poter accudire la piccola figlia. La Kaili si è anche intrattenuta su come è stata trattata nei lunghi mesi di carcere, asserendo di essere stata messa in isolamento con alcune telecamere che la sorvegliavano continuamente. Ma queste sono state penalizzazioni decisamente minori, rispetto all’allontanamento forzato dalla figlia. Alla fine Eva ha concluso dicendo che con il tempo è l’ausilio dei propri avvocati dimostrerà la sua totale innocenza, perché può serenamente dichiarare di non aver mai fatto parte nella vita, di nessuna organizzazione criminale. Come al solito saremo attenti agli sviluppi futuri della vicenda.