Il Governo Meloni affossa il Superbonus
Superbonus affossato dal Governo Meloni
Il Governo Meloni ha affondato definitivamente il Superbonus. Difatti, il Consiglio dei Ministri ha approvato il decreto legge che blocca lo sconto in fattura e la cessione dei crediti d’imposta riguardante gli incentivi fiscali sui bonus edilizi. Una decisione criticata in primis dal presidente dell’Associazione nazionale costruttori edili (Ance) Federica Brancaccio nonché dal leader grillino Giuseppe Conte i quali ritengono che la suddetta misura provocherà un crollo del settore dell’edilizia.
L’attacco di Conte
Sul piede di guerra l’ex Premier Giuseppe Conte, secondo cui, la decisione dell’Esecutivo metterebbe a repentaglio il futuro di almeno 25 mila aziende edili e quindi 130 mila posti di lavoro. “Sarebbe un’intollerabile presa in giro degli italiani, – ha dichiarato – considerando le promesse elettorale del centrodestra sulla protezione dei bonus edilizi e la partecipazione di autorevoli esponenti del centrodestra alle tante piazze che si sono riunite a tutela dell’edilizia”.
Critiche anche dalla Gelmini
Sulla vicenda si è pronunciata altresì il vicesegretario e portavoce di Azione, Mariastella Gelmini: “Sulla questione dell’acquisto dei crediti del superbonus – ha detto – la maggioranza sta andando in tilt e il Governo si prepara a contraddire anche regioni guidate dalle stesse forze politiche che lo sostengono. A rimanere schiacciate da questa morsa rischiano di essere famiglie ed imprese”.
Replica del Ministro degli Esteri, Antonio Tajani: “Siamo intervenuti – ha spiegato – perché c’è stata una lievitazione dei crediti. Nei governi precedenti era mancata una pianificazione e si è lasciato lievitare il numero dei crediti che era fuori controllo”.
Giorgetti: “Misura blocca una politica scellerata”
A chiarire la ratio che ha portato all’emanazione della misura, è stato il Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti: “Si rende necessaria – ha affermato – per bloccare gli effetti di una politica scellerata usata anche in campagna elettorale e che ha prodotto beneficio per alcuni cittadini ma posto alla fine in carico a ciascun italiano 2 mila euro a testa”.
Non si sono fatte attendere le reazioni dei sindacati. A tal proposito, Fillea-Cgil hanno minacciato lo sciopero generale, qualora il Governo non dovesse tornare sui suoi passi o si rifiutasse di aprire un tavolo di confronto.
Fonte: TgCom24